«Sono indignato ed ho abbandonato la riunione del Comitato presieduto dal Ministro Trigilia che dovrebbe discutere del rilancio economico e produttivo del cratere Aquilano». Così Massimo Cialente in una nota.
«Ho appena appreso che, in 25 giorni, il ministro Trigilia , che dovrebbe occuparsi del territorio aquilano, non è stato capace di sciogliere il nodo di come assicurare i finanziamenti per il rilancio economico e produttivo».
«Siamo nelle fasi masturbatorie dei massimi sistemi. Mentre nella città abbandonata a se stessa siamo arrivati al 1700% di ore di cassa integrazione ed il comune dell’Aquila, ogni giorno, si deve preoccupare di sfamare letteralmente centinaia di famiglie, dirigenti dello Stato che devono interpretare degli avverbi, si rifiutano di partecipare al comitato tecnico perché infastiditi da un Sindaco che viene ridicolizzato per le sue “ iniziative di popolo”».
«Chiedo ad Enrico Letta di intervenire immediatamente. Entro la prossima settimana vogliamo sapere se l’azienda che con tanta fatica dovrebbe venire a dare occupazione a lavoratori che hanno perso da anni speranza, può o meno insediarsi a L’Aquila. Azienda cercata e trovata dall’Amministrazione locale e non certo da chi ha fatto finta di gestire un marketing territoriale fino al fallimento ed al deterioramento completo del vecchio sito Italtel, come Aquila Sviluppo. Chiamo tutti lavoratori dell’ex Polo Elettronico, i sindacati e tutta la Città, alla più ferma mobilitazione, a venire qui Roma presso questi uffici in cui alberga solo il menefreghismo e l’autoreferenzialità, per farsi spiegare questa follia».
«Dobbiamo far capire a questa gente che siamo stufi di essere presi per i fondelli. Questa gente deve capire che non abbiamo più nulla da perdere.
«Questa mattina, a L’Aquila era in visita il segretario nazionale del Pd Guglielmo Epifani. Chiedo a lui, uomo che della difesa del lavoro ha fatto una scelta di vita, di intervenire per far capire che il destino di una città non può essere affidato a stupidi e non so quanto in buona fede errori, fatti in sede di stesure di leggi e delibere, da gente che ogni mese guadagna 20 volte di più di quello che un cassa integrato aquilano percepisce per tentare una misera sopravvivenza».
«Occorre usare il più celermente possibile i fondi per lo sviluppo puntando a massimizzare gli effetti sulla ripresa economica e occupazionale». Lo ha detto il ministro Carlo Trigilia alla riunione del Comitato di indirizzo per lo sviluppo della città dell Aquila e dei Comuni del cratere riunitosi oggi a Palazzo Chigi. Il Comitato è stato istituito ai sensi del Decreto del ministro per la Coesione territoriale dell’8 aprile 2013.
L’INTERVENTO DI GIOVANNI LOLLI
«La notizia che il comitato di indirizzo istituito dal Ministro per la Coesione Territoriale, riunitosi oggi a Roma, non avrebbe accordato la possibilità di finanziamento per il gruppo Accord Phoenix, ci lascia allibiti.
Un breve accenno al precedente: Invitalia gestisce per moltissimi anni il sito dell’Aquila, vale a dire l’ex Polo Elettronico, senza riuscire a trovare un’azienda che da fuori venga qui ad investire.
Il Comune con i soldi della legge Mancia del Pd acquista il sito per 4 milioni e mezzo di euro.
La comunità aquilana, grazie alla piattaforma concordata tra sindacati e Confindustria e grazie anche ad un emendamento da me presentato, ottiene che il 5% dei finanziamenti del terremoto vengano destinati alle attività produttive: una somma che ammonta a 100 milioni di euro.
Il Ministero, da parte sua, decide di far gestire il finanziamento di nuovo ad Invitalia (previo pagamento).
Arriva finalmente il momento in cui Cialente ed io troviamo un’azienda disposta ad investire, assumendo, in una prima fase più di 150 lavoratori. E’ il mese di settembre dello scorso anno.
Le uniche cose che avrebbe dovuto fare lo Stato, attraverso Invitalia, sarebbero state l’esame e la valutazione tecnica dell’ investimento per poter accordare il finanziamento, concordato in 11milioni di euro (aggiungo che l’azienda si impegna, di tasca propria, con circa 40 milioni di euro )
Passano mesi e mesi e di questo atto non c’è finora traccia. Nel frattempo i lavoratori del polo elettronico sopravvivono con la cassa integrazione o con la mobilità. Parliamo di poche centinaia di euro al mese. Soldi, che nel corso del tempo, per effetto delle norme Fornero, progressivamente diminuiscono.
Quando Massimo Cialente “dà in escandescenze”, vale a dire protesta in modo fortissimo è perché conosce da vicino certi aspetti e tutti i giorni subisce la pressione sacrosanta di questi lavoratori, avvertendo il senso di impotenza difronte alla comodità con la quale le burocrazie statali affrontano questioni che riguardano la vita delle persone.
Io mi auguro che ciò non accada ma se, a causa di queste lungaggini, l’azienda dovesse ritenere più conveniente andare ad aprire lo stabilimento altrove, sarebbe questa una responsabilità immensa che qualcuno dovrà pure assumersi.
Spero e per questo mi impegnerò con tutte le mie forze che, fermo restando il rispetto delle leggi, le autorità statali e governative vogliano considerare l’assoluta straordinarietà di questa vicenda e l’affrontino con la consapevolezza che è in gioco la vita di centinaia di famiglie di disoccupati e terremotati».