L’Aquila, che fine fanno i soldi delle multe? Ecco come vengono reinvestiti
di Alessio Ludovici | 23 Febbraio 2022 @ 06:00 | ATTUALITA'L’AQUILA – Vox populi vox dei, ma non sempre. Il vecchio adagio secondo il quale i Comuni spediscono la Polizia municipale a fare cassa sui cittadini per sistemare i bilanci non trova fondamento nella realtà.
L’utilizzo dei proventi di sanzioni amministrative, multe, contravvenzioni è infatti regolato dal Codice della Strada. Questi stabilisce che i soldi delle multe vadano all’ente che ha fatto l’accertamento. Nel caso di funzionari comunali o operatori di polizia municipale gli introiti vanno quindi al Comune.
Del totale solo il 50% è a destinazione libera, il resto è vincolato dallo stesso codice. Ogni ente locale con una propria delibera di giunta stabilisce, all’interne dei paletti fissati dalle norme, cosa fare di quel 50%.
Il Comune dell’Aquila ha appena approvato il riparto per il 2022, anno in cui si stima un’entrata da sanzioni di circa 800mila euro, di cui quindi circa 400 mila vincolati e così suddivisi.
Circa 144mila euro sono previsti per interventi di sostituzione, di ammodernamento, di potenziamento, di messa a norma e di manutenzione della segnaletica delle strade. Poco più di 100mila euro serviranno per potenziare le attività di controllo e accertamento, per finanziare l’acquisto di mezzi e attrezzature per la polizia locale. Più di 170mila euro, la voce più corposa, viene reinvestita in sicurezza stradale: manutenzione delle strade, installazione, ammodernamento o potenziamento della segnaletica, iniziative didattiche nelle scuole o, ancora, interventi per la tutela di utenti deboli come bambini, anziani, disabili, pedoni e ciclisti.
Soldi delle multe: quando la sanzione non è dei Comuni
Nel caso la sanzione arriva da funzionari di altro ente pubblico, statale, regionale o provinciale, il Codice della strada prevede che i proventi vengano devoluti allo Stato, alle Regioni o alle Provincia. Nel primo caso il grosso va a finire al Ministero per le infrastrutture che poi li rigira anche per interventi di potenziamento delle forze dell’ordine impegnate, una piccola quota, il 7,5% finisce al Ministero per l’università e la ricerca.