Crocevia dei destini appenninici. La strategia dell’Aquila per la Capitale della Cultura

Intanto, sarà presentata questa mattina una risoluzione in Consiglio regionale a sostegno della candidatura. Lo annuncia il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale d’Abruzzo, Massimo Verrecchia, promotore dell’iniziativa.

di Alessio Ludovici e Michela Santoro | 29 Settembre 2023 @ 05:00 | CULTURA
capitale della cultura
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L’AQUILA – Nella sala Rivera di Palazzo Fibbioni, a L’Aquila, gremita di gente nonostante il giorno lavorativo, c’erano un po’ tutti per la presentazione della candidatura della città a Capitale Italiana della Cultura 2026. 

Il sindaco Pierluigi Biondi in primis, accompagnato dal collega di partito e di ruolo, il sindaco di Rieti Daniele Sinibaldi. Un legame politico ma anche strategico evidentemente con Rieti che sostiene ufficialmente la candidatura del capoluogo abruzzese. Legami storici e comuni destini di aree interne e crateri sismici è stato spiegato.

Incassato il sostegno reatino, è arrivato chiaramente anche quello dell’Usrc e dell’Usra (è stato già firmato un protocollo d’intesa), in sala c’è Raffaello Fico e in collegamento il capo dell’ufficio speciale aquilano, Salvo Provenzano. Ma c’è anche Vincenzo Rivera, direttore l’Usr Abruzzo, l’ufficio della ricostruzione del cratere 2016, gemello di quello delle Marche, altro territorio vicino a Fratelli d’Italia e a cui si guarda per un sostegno. 

Alla spicciolata arriva il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, che ribadisce l’assoluto sostegno ad una candidatura che in qualche modo, ha ricordato Biondi successivamente, il presidente ha fortemente stimolato. 

Non solo un cartellone di eventi quindi, ma un vero progetto di sviluppo del territorio, magari facilitato da comuni caratteristiche e con un obiettivo chiaro: costruire un modello di sviluppo, una programmazione culturale di largo respiro hanno spiegato Alessandro Crociata, direttore della candidatura, e Paolo Sacco, coordinatore scientifico della stessa. La squadra è la medesima dell’avventura di qualche anno fa, il progetto diverso: “Vogliamo costruire un modello di sviluppo” specifica Biondi in conferenza stampa, “qualcosa che non si interrompe con l’anno da capitale, ma una vera programmazione applicata all’ambito culturale”. L’obiettivo, gli fa eco Sinibaldi, è anche “rilanciare la questione Appennini, metterla nel dibattito italiano perché può generare grandi opportunità ma bisogna pensarsi come area vasta”. Il tempo per programmare c’è, sottolinea Sacco, la città vincitrice sarà scelta nel 2024 e ci sarebbero due anni poi per lavorare al progetto. Questi potrà sui tanti contributi del territorio. Ieri in sala si è vista l’Accademia di Belle Arti, c’era Giorgio Pasotti per il Tsa, operatori e tecnici del mondo della cultura venuti ad annusare il clima della nuova sfida. 

Salute pubblica e benessere, coesione sociale, creatività e innovazione, sostenibilità socio-ambientale: questi saranno gli assi portanti del dossier di candidatura. Entro il 15 dicembre 2023, la commissione definirà la short list delle dieci città finaliste, e la procedura di valutazione – dopo l’audizione pubblica dei progetti finalisti entro il 14 marzo 2024 – si concluderà per il 29 marzo 2024 con la proclamazione della Capitale italiana della cultura 2026.

Il logo scelto per lanciare la corsa a Capitale italiana della cultura, raffigura in forma rivisitata e stilizzata il rosone della Basilica di Collemaggio ma guarda graficamente al futuro. L’Aquila Città Multiverso, spiegano gli organizzatori, è concettualmente proposta con le sue aree interne nelle sue molteplici dimensioni di territorio (tra locale e globale), virtualmente abbracciato a 360° da questa “sfera emozionale”. Nel logo sono evidenziati, attraverso delle sfumature, i cinque differenti colori che caratterizzano i cinque ‘cardini’ con cui vengono declinati gli assi portanti del dossier di candidatura: “Multiculturalità”, “Multidisciplinarità”, “Multitemporalità”, “Multiriproducibilità” e “Multi-naturalità”, che a loro volta, formano l’unicum del segno identitario della città.

 


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