
Direttore, cosa pensa della candidatura dell’Aquila a Capitale d’Europa?
Ma come si fa a crederci, se i lavori sono seguiti da professionisti che prendono 5 euro l’ora cioè meno di un operaio? A York hanno fatto un supermercato ricostruendo il mercato originario grazie all’iniziativa dello ‘Yorvik Viking Centre’: perché anche da noi non vi sono queste iniziative? perché se ci sono persistenze di età romana non studiarle? se tu distruggi le testimonianze antiche dell’umanità le hai perse per sempre. Una tomba in una necropoli dà l’identikit di un sito e di una popolazione, ma se viene recuperata male, è tutto vano: a me serve di sapere quali erano le mie origini.
I 2,3 miliardi stanziati dal Cepi verranno utilizzati per il ripristino del centro storico dell’Aquila?
Stefania Pezzopane è ovvio che gode di una certa stima ed attenzione. Se tu ti vuoi porre in evidenza, devi mostrare però tutta la storia del territorio, guardando anche alle preesistenze antiche, e non solo ai monumenti più famosi.
Torniamo al Festival, perchè la scelta dell’Abruzzo come luogo per fare il Festival?
Perché vi erano tre paesi simbolo: a Navelli si è scelta di valorizzare la parte archeologica con i colleghi Valeria Acconcia della Soprintendenza e Fabio Redi dell’Università.
Lei nel Convegno al quale è intervenuto ha parlato di una serie di ricerche archeologiche nella piana di Navelli e nella zona di Castel del Monte, ricostruendo un lungo arco cronologico che va dal Neolitico all’età romana. Quali sono le novità di queste scoperte?
Innanzitutto c’è stato lo scavo dell’Università di Chieti a Navelli, l’unico relativo alla Strada Statale 17, in cui si sono trovate strutture preistoriche del V millennio a. C. Nella zona l’archeologo Ezio Mattocco ha potuto ricostruire la zona dell’Aquila nell’età del rame e del bronzo. Il sito antico era collocato sul pendio sottostante l’odierna Navelli e per 4000 anni gli Aquilani hanno abitato questa zona. Poi non abbiamo più informazioni sulla zona perché le popolazioni si incastellarono sulla cima delle colline, con mura e fossati. Noi non conosciamo il sito originario, anche se è possibile che si trovi sotto Palazzo Santucci a Navelli. La seconda fase è quella dell’età del ferro: si sono trovate delle tombe a fossa, grazie alle ricognizioni aeree che facciamo col Nucleo Tutela dei Carabinieri. Lo scavo dell’Università di Chieti si è svolto sulla pianura occidentale, cioè la piana occupata in antico. In realtà nella necropoli occidentale già nel 2006-2007 sono state trovate quattro tombe a camera, un luogo di culto affrescato e vari letti funebri.
A Roma è stata fatta una mostra su un letto d’osso ritrovato a Navelli: è compreso nella sua trattazione?
Sì. L’ANAS non ha contributo al restauro dei manufatti, ma i laboratori di Venaria Reale a Torino e dell’Istituto del Restauro di Roma hanno provveduto. Uno di questi letti non è stato rimontato; di quello nella tomba 4 è stata fatta una ricomposizione e la mostra a Roma. Si apre così un problema di fruizione per questo manufatto nel museo di Chieti, mentre a Fossa e a Bazzano nella villa comunale i reperti sono stati allestiti per una nuova esposizione. Il comune di Asti, dopo che la Direttrice del museo aveva visto la mostra di Roma, ci ha chiesto se siamo disposti a ‘prestare’ il letto di Navelli per un convegno sui letti funerari del Nord Italia e la Direzione Generale ha risposto favorevolmente, anche se l’opera risale al I secolo a.C., e quindi è posteriore agli altri. Ma ancora più importante è che questi letti d’Abruzzo erano fatti con materiale di scarto, ovvero le ossa degli animali che si mangiavano all’epoca, come ha riportato la collega dott.ssa Valeria Acconcia. Con la conquista romana, si apre un periodo pacifico nella regione, in cui non c’è più la necessità di difendersi come prima e la transumanza per l’allevamento del bestiame sugli altipiani diventa il sistema economico portante, dall’Abruzzo alla Puglia. Così d’inverno in Puglia si può dire che le popolazioni locali “hanno fatto i soldi con le pecore”, come le Repubbliche marinare con i commerci. Dalle esigenze della transumanza nascono nuove vie, come la Claudia Nova ed altre; Adriano La Regina in un l’articolo sui ritrovamenti vestini citava un tempio ‘in Cerule’ da cui deriva il nome del luogo dei recenti ritrovamenti. Nel sito dell’abitato vi sono botteghe , mentre delle tombe a camera nei pressi abbiamo solo pochi corredi.
Pensa che queste scoperte, se valorizzate, possano essere d’aiuto per far ripartire l’Abruzzo e dare lavoro ai giovani?
Sono disperato: l’Abruzzo era una regione povera e col terremoto… In realtà manca una programmazione museale e un’attività collegata; i musei sono pochi, e soprattutto c’è poca attenzione alla questione delle origini nelle istituzioni locali, quasi il passato non appartenesse loro. Il letto di Navelli è andato in mostra a Monaco di Baviera e a Trento. Ma l’Abruzzo investe e capisce solo le città di età romana: Alba Fucens o Amiternum. Si deve invece cercare di valorizzare anche la parte italica, delle origini della regione, ritenute un obiettivo secondario, rispetto ad es. a Capestrano. In questo senso è giusto valorizzare Santo Stefano di Sessanio e Castel del Monte, il cui valore storico è enorme. Pensi che il sindaco di Navelli non sapeva che vicino al lago c’era un villaggio dell’età del bronzo scoperto negli anni ’80. Davanti alla stazione dell’Aquila ci sono blocchi romani e mura del VI e V secolo a C.: in un momento in cui si parla del sottosuolo e di ricostruzione, perché non fare in modo di scoprire se prima dell’Aquila c’era già qualcosa in antico?
Scoperte che andranno valorizzate anche in funzione dello studio delle nostre origini e per farci capire meglio la nostra civiltà?
Certo, ma forse bisognerà aspettare un altro terremoto. Invece servirebbe accrescere le occasioni per dare lavoro ai giovani e non lasciarli andare via dall’Abruzzo.