“Si parte a Primavera, il 21 marzo …” – conferma il ministro Fabrizio Barca durante l’intervista concessa a Riccardo Iacona in onda nella puntata di Presa Diretta del 20 gennaio.
“…i soldi ci sono, anzi i soldi non sono mai stati un problema, oltre a quelli che erano stati già messi prima che intervenissimo noi, c’è un miliardo e duecentomilioni di euro che abbiamo stanziato a dicembre. Si partirà con gli edifici pubblici, tra 40 giorni annunceremo con il sindaco Cialente una roadmap in cui indicheremo con precisione edificio per edificio i tempi del bando di gara , dell’inizio dei cantieri e della consegna dei lavori. Cominceremo a giugno con il teatro San Filippo e subito dopo con il Palazzo Del Governo, che sarà sede della Provincia. Prima che io me ne vada ci sarà la roadmap con tanto di targhe appese sugli edifici, perché la gente dell’Aquila sappia quale parte della città ricomincia a vivere. E la stessa cosa succederà per gli edifici privati …”.
Al giornalista Riccardo Iacona che gli chiedeva qual è la ragione per la quale dopo 4 anni la ricostruzione del centro storico non è ancora cominciata, il ministro Barca ha risposto cosi:
“L’errore principale è stata la gestione non democratica della ricostruzione , invece adesso abbiamo riconsegnato ai sindaci il potere e la proprietà della ricostruzione.” Nella stessa intervista il ministro rivendica che la ricostruzione leggera è molto avanti : “In questo momento sono rientrate all’Aquila 39mila persone delle 67mila persone che erano fuori casa. Siccome spesso si fa l’esempio positivo delle Marche, voglio dire che le persone rientrate all’Aquila sono il 59 per cento una percentuale più alta di quelli che alla stessa data erano rientrate nelle loro case nelle Marche”.
Le inchieste di Riccardo Iacona e Francesca Barzini questa volta sono intitolate “Irresponsabili“. Il 22 ottobre dello scorso anno il Palazzo di Giustizia dell’Aquila ha emesso una sentenza storica condannando a sei anni di detenzione per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose plurime i sette componenti della Commissione Grandi Rischi della Protezione Civile. Tutti scienziati di chiara fama: Mauro Dolce, direttore dell’ufficio sismico della Protezione Civile e professore all’Università di Napoli, Franco Barberi, vulcanologo ed ex sottosegretario alla Protezione Civile, Giulio Selvaggi, direttore del Centro Nazionale Terremoti, Gian Michele Calvi, professore di Progettazione Sismica all’Università di Pavia, Claudio Eva, ordinario di Fisica Terreste all’Università di Genova, Enzo Boschi presidente dell’Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia e Bernardo De Bernardinis, vice capo della Protezione Civile. Il giudice Marco Billi che ha emesso la sentenza ha dato ragione all’impianto accusatorio del pm Fabio Picuti, secondo cui i sette scienziati condannati non hanno svolto con responsabilità la funzione che lo Stato aveva loro assegnato in quanto componenti della Commissione. Non avrebbero svolto una vera analisi del rischio, sottovalutando i due mesi di sciame sismico che avevano preceduto il terremoto dell’Aquila, facendo passare l’idea che a L’Aquila non vi fosse alcun rischio. Anzi lo sciame sismico sarebbe stato il buon segnale che l’energia in accumulo si stava scaricando. Questa sentenza ha fatto molto discutere, si è parlato di attacco alla scienza e si è persino tirato in ballo il processo a Galileo Galilei.
La giornalista Lisa Iotti di Presadiretta ha seguito tutte le udienze del processo e ha ripercorso tutta la cronaca e gli atti della Commissione Grandi Rischi, dando voce alle ragioni degli scienziati e a quelle dell’accusa in un racconto appassionante, che ha al centro un grande interrogativo: sono stati irresponsabili gli scienziati chiamati a dire quali avrebbero potuto essere i rischi di un terremoto a L’Aquila o hanno esercitato bene la loro funzione?