L’Aquila, Autismo Onlus: ”disabili dimenticati privi di servizi residenziali”
di Redazione | 06 Febbraio 2020 @ 19:13 | ATTUALITA'Un’immediata attivazione del protocollo siglato tra Comune dell’Aquila e la Asl L’Aquila-Sulmona-Avezzano al fine di riprogrammare i servizi residenziali destinati ai disabili, “finora condannati sistematicamente ad essere dimenticati o alla ‘deportazione’ presso strutture residenziali collocate in altre regioni con costi davvero imponenti per le istituzioni pubbliche”.
A lanciare l’appello è Dario Verzulli, dell’Associazione Autismo onlus che spiega come si siano verificati anche recenti episodi che hanno visto “cittadini aquilani direttamente coinvolti o utenti forzatamente inseriti in strutture residenziali inadeguate o peggio ancora ricoverate nel reparto di psichiatria in attesa di adeguata collocazione residenziale”.
“Condizioni – dice Verzulli – che richiedono una immediata attivazione del Protocollo”, in quanto “l’assenza di azioni opportune, atte a garantire la salute e l’incolumità di utenti con grave disabilità e dei loro familiari, non può più essere giustificata”.
“Non si attenda una tragedia per intervenire – insiste Verzulli – Il bisogno deve essere intercettato prima che diventi problema. E’ urgente assicurare la concreta capacità di questo territorio nel fare ‘prevenzione'”.
“Con una richiesta formale il 5 febbraio 2020 abbiamo sollecitato il direttore generale della Asl, Roberto Testa, e il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, ad un incontro urgente al fine di attivare le azioni previste dal Protocollo siglato l’11 aprile 2018 tra Comune dell’Aquila e la Asl”.
“L’incontro – propone – potrebbe essere allargato ai sindaci dell’area della Valle dell’Aterno, alla Provincia dell’Aquila e a referenti della Regione Abruzzo. Tale Protocollo risulta essere, ad oggi, l’unico strumento di programmazione dei servizi residenziali destinati all’utenza con disabilità grave”.
“Il Protocollo, proposto e condotto dal Distretto sanitario dell’Aquila, ha visto la collaborazione delle Associazioni cittadine e contiene azioni semplici che possono intercettare risorse destinate al ‘dopo di noi’ dalla Legge nazionale, ma anche acquisire l’interesse della nuova programmazione regionale per i fondi comunitari, in particolare dell’FSE. La disponibilità degli immobili comunali e l’esperienza gestionale della Asl nella erogazione e/o gestione dei servizi residenziali sono i punti fondamentali per la sperimentazione locale di servizi residenziali, condivisi con la comunità locale e con le Associazioni già attive nell’erogazione di servizi specifici”.
“Il Protocollo ha destato il particolare interesse di alcuni Comuni (Tornimparte, Pizzoli, Fontecchio), in cui la necessità di servizi residenziali per alcuni è ormai una necessità o già un costo rilevante”, conclude Verzulli.