L’Aquila al centro della Festa di san Giuseppe
di Fra Piero Sirianni | 21 Marzo 2023 @ 12:17 | CREDERE OGGI
L’AQUILA – Gli scorsi giorni, domenica 19 e lunedì 20 marzo, abbiamo vissuto la festa di san Giuseppe, solennità liturgica e tempo di grande gioia, soprattutto per due comunità cittadine importanti: l’istituto delle suore zelatrici del Sacro Cuore – Ferrari e la parrocchia universitaria “San Giuseppe Artigiano”.
Il vescovo ausiliare – mons. Antonio D’Angelo – ha presieduto la celebrazione eucaristica domenica alle ore 10,30 presso la cappella della casa di ospitalità delle suore in via S. Chiara d’Aquili, dove si venera una copia del quadro di S. Giuseppe appartenuto alla Madre Ferrari; erano presenti le superiori delle altre case aquilane, la Madre Generale suor Mirella Del Vecchio e i fedeli amici e benefattori. Lunedì, alle ore 19,30, lo stesso vescovo ha presieduto la celebrazione nella basilica di San Giuseppe Artigiano. Egli, durante l’omelia, alla presenza di un numeroso popolo di Dio, di un gruppo di papà, del coro e di quattro sacerdoti concelebranti insieme al parroco don Federico Palmerini, ha ricordato la figura e la testimonianza di san Giuseppe; a partire dalla Seconda Lettura, la Lettera ai Romani, si è soffermato sul concetto di eredità: essa rimane una realtà centrale nella vita cristiana, poiché ci ricorda il tesoro prezioso che abbiamo ereditato e l’impegno che ci viene chiesto per la costruzione del Regno di Dio.
Il vescovo ha consegnato, lunedì sera, all’assemblea liturgica tre caratteristiche legate a san Giuseppe: il suo essere «giusto» (Mt 1,19); il rispetto che in lui troviamo per la vita altrui; la sua fede. In merito al primo punto, mons. D’Angelo sottolineava come in san Giuseppe ritroviamo – nella sua limpidezza – quella condizione umana di verità, di integrità davanti a Dio e agli altri, quel rispetto della Legge e delle buone abitudini di una vita sana. Il rispetto di san Giuseppe viene rivelato, soprattutto, dagli atteggiamenti nei confronti di Maria; l’evangelista sottolinea in merito: «Non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto» (Mt 1,19); Giuseppe non ha voluto esporre la propria promessa sposa allo scandalo e tantomeno alla lapidazione: l’ha custodita nella riservatezza. Il terzo aspetto che il vescovo ci consegna è la virtù della fede, che in san Giuseppe fu eccelsa e passò a divenire fiducia, consegna di sé, fino al completo abbandono alla volontà divina.
«Il silenzio in san Giuseppe viene definito un silenzio operoso; non passivo alle richieste della vita»: ha ricordato mons. D’Angelo durante la sua omelia, per ricordare la profondità di una fede robusta che si fida di Dio e si consegna all’universale disegno di salvezza.
La caratteristica sulla quale il vescovo si è soffermato – inoltre – è stata la santità di Giuseppe vissuta nella ferialità: egli ha compiuto i propri doveri familiari e ciò che Dio gli chiedeva; questo ci dice che lo Spirito non pretende da noi cristiani qualcosa di eclatante o lontano dalla quotidianità: ci viene chiesto di vivere nella sua pienezza il dono battesimale e l’ordinario della vita.
Papa Francesco, nella Lettera Apostolica Patris corde dell’8 dicembre 2020, ricordava che «tutti possono trovare in san Giuseppe l’uomo che passa inosservato, l’uomo della presenza quotidiana, discreta e nascosta, un intercessore, un sostegno e una guida nei momenti di difficoltà. San Giuseppe ci ricorda che tutti coloro che stanno apparentemente nascosti o in “seconda linea” hanno un protagonismo senza pari nella storia della salvezza. A tutti loro va una parola di riconoscimento e di gratitudine» (1). Il Pontefice, in questo documento, indicava alla Chiesa universale il modello di fede di san Giuseppe, per ogni persona umana che è sfidata dalle croci della vita: «Giuseppe ci insegna che avere fede in Dio comprende pure il credere che Egli può operare anche attraverso le nostre paure, le nostre fragilità, la nostra debolezza. E ci insegna che, in mezzo alle tempeste della vita, non dobbiamo temere di lasciare a Dio il timone della nostra barca. A volte noi vorremmo controllare tutto, ma Lui ha sempre uno sguardo più grande» (2).
Confidiamo nell’intercessione provvida di san Giuseppe per la Chiesa universale, il cammino di ciascuno di noi e la pace tra i popoli.