
La furia del sindaco è scoppiata durante il racconto dell’avvenuta riunione tenutasi la scorsa settimana ed è culminata nell’invito ai lavoratori a far sentire la loro presenza e la loro “fame” sollecitando Invitalia con la forza della disperazione che attanaglia sempre più persone.
Il sindacato, rimasto silente sino a quel momento, ha espresso la propria titubanza a sposare una manifestazione di massa che coinvolgerebbe la cittadinanza aquilana, senza essere a conoscenza del piano industriale.
Dall’acceso confronto è emerso che l’azienda anglo-indiana sarebbe disponibile ad illustrare al sindacato ed ai lavoratori il progetto industriale che coinvolgerebbe gli ex lavoratori del polo elettronico, ed in questo modo fugare ogni residuo di incertezza che aleggia sulla genuinità dell’operazione.
Sicuramente conoscere approfonditamente ciò per cui si sta combattendo, contribuirebbe ad incrementare ulteriormenente l’enfasi e la partecipazione di tutti ad un’azione idonea a risvegliare il sopito lavoro di chi alla fine del mese percepisce un lauto stipendio.
In conclusione dubbi amletici ci assalgono e delle domande sorgono spontanee.
Che ruolo stanno svolgendo in questa vicenda la Provincia e la Regione? Sino ad ora non ci sembra di aver letto o percepito alcuna dichiarazione in merito all’operazione Accord Phoenix da parte di alcuno.
Come mai con un treno così importante di passaggio (così come è stato definito), non viene data l’opportunità da parte dei burocrati dello Stato di essere preso al volo?
Sono solo ritardi burocrati o la fetta di torta è stata promessa a qualcun’altro?
Perchè il Ministro Trigilia, nominato dal Premier Letta, risulta essere così ostile ad una proposta occupazionale presentatagli da amministratori locali appartenenti allo stesso shieramento del Premier?
Non è valida la proposta?
Non è valido il propositore?
Ai posteri l’ardua sentenza.
La città di L’Aquila è destinata a rimanere una meta turistica come la Pompei del terzo millennio, dove tutti rimangono sbigottiti mentre sono avvolti nel silenzio e nella desolazione delle macerie, ma appena si riprende il casello dell’autostrada tutto rimane un lontano ricordo.
Corso Federico II è tornato ed essere la meta dello struscio da parte dell’Autorità di turno e la casa dello studente l’icona del terremoto dove farsi immortalare mentre si depone un fiore, una croce per poter poi esporre quella foto in bella vista sulla scrivania a testimonianza del proprio passaggio su quelle macerie, ma che per la maggior parte dei casi rimane solo un passaggio.