L’Aquila 2022, ultimo giorno per iscriversi scrutatori.. ma attenti al seggio 72

di Alessio Ludovici | 30 Novembre 2021 @ 06:00 | POLITICA
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L’AQUILA – L’Aquila 2022, le comunali sono la cosa più difficile che esista in materia elettorale. Durante lo scrutinio il seggio è un’arena, almeno per un paio d’ore. Ci vuole precisione, vi si aggirano maestri di preferenze e vecchi volponi, bisogna sapere ascoltare, entrare in sintonia e fiducia, serve consapevolezza delle proprie prerogative come dei diritti di chi assiste allo spoglio, e ci vuole tatto. Una diplomazia alla Churchill: “L’arte di dire a qualcuno di andare all’inferno in modo tale che ti chieda la strada”.

Per chi volesse cimentarsi, se iscritti nelle liste elettorali del Comune, si può ancora richiedere l’iscrizione nell’Albo degli scrutatori di seggio in vista delle prossime elezioni. Chi è già iscritto non deve rinnovare la domanda.  Per i coraggiosi neofiti oggi è infatti l’ultimo giorno possibile per le iscrizioni, qui il link. I requisiti sono i seguenti: iscrizione nelle liste elettorali del Comune. Aver assolto gli obblighi scolastici (scuola media inferiore). Non trovarsi nelle condizioni di incompatibilità di cui all’art.38 del TU n.61/1957.

La domanda di iscrizione, adeguatamente compilata, sottoscritta e corredata da una fotocopia di un documento di identità, dovrà essere indirizzata all’Ufficio Elettorale del Comune dell’Aquila. Questo l’indirizzo: protocollo@comune.laquila.postecert.it, oppure tramite raccomandata con avviso di ricevimento indirizzata all’Ufficio Elettorale – Via Roma , 207/A – 67100. 

L’importante è sapere a cosa si va incontro. Alcuni seggi sono passati alla storia. Tutti ricorderanno il celeberrimo seggio 72 arrivato allo scrutinio 60 ore dopo la chiusura delle operazioni di voto. Operazioni che già di base durano due giorni, più un terzo di preparazione del seggio. E poi ci sono i giorni seguenti quando speri che tutto sia andato bene e non ci siano ricorsi, errori, richieste di riconteggio. 

Basta un attimo, un voto, uno solo, per mandare a carte e quarantotto tre giorni di meticoloso lavoro. Basta  un presidente inesperto o uno scrutatore che prende con leggerezza la vicenda, o semplicemente una distrazione, e ci si ritrova nei guai. Nulla a che spartire con il sì e no dei referendum o con le liste senza preferenze delle politiche. Per le comunali immaginate una ventina di liste, i candidati sindaci, 2 ma più spesso quattro, cinque, sei, i candidati consiglieri, circa 800, di cui bisogna sapere quasi tutti i nomi per non passare minuti a controllare se il nome scritto dall’elettore sia effettivamente di quella lista, e in caso contrario chi va il voto? La casistica è ampia e aggiungiamo anche nulle e bianche. Senza considerare il disgiunto in tutto ciò. Moltiplicate, se vi va male, per circa mille elettori di un seggio. E 30 persone, tra candidati, rappresentanti di lista, pubblico, che almeno nelle prime tre ore vi contesteranno tutto, che vi piaccia o no fa parte del gioco. Quando la stanchezza prenderà il sopravvento rimarrete in pochi, qualche nerd delle elezioni e voi, con il presidente e, sempre se vi va bene, qualche collega scrutatore ancora sveglio. Tirerete un sospiro di sollievo perché adesso c’è meno gente, giusto il tempo di prendere consapevolezza che avete ancora 500 schede da scrutinare più tutti conteggi da fare e i verbali da riempire ed è mezzanotte. Alla fine è il momento dei verbali, siete rimasti in cinque più un rappresentante di lista, è il sacro momenti dei conteggi in cui si vede se tutto ciò che è riportato sui verbali corrisponda alle schede.

Suspence paragonabile alla lotteria dei rigori di una finale mondiale. In bocca al lupo.


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