Lancia e Del Beato con la Meloni: “No all’utero in affitto anche all’estero”
di Cristina D'Armi | 30 Settembre 2020 @ 06:00 | POLITICAL’AQUILA – Mercoledì 23 settembre, è stata presentata in Commissione Giustizia alla Camera, l’esame della proposta di legge di Fratelli d’Italia per rendere l’utero in affitto reato universale, ovvero punibile in Italia anche se commesso all’estero. Fortemente voluta da Giorgia Meloni, questa proposta di legge, che vede la maternità surrogata come forma di schiavitù del terzo millennio, “umilia il corpo delle donne e trasforma i bambini in una merce”.
“Si tratta di una di quelle battaglie che piacciono a Fdi e che sono di Fdi: battaglia di coraggio, battaglia di civiltà”.
Lo dice a Laquilablog Ersilia Lancia, vice Presidente vicario del Consiglio Comunale e meloniana della prima ora, che aggiunge: “Battaglia di coraggio perché credo che sia in atto sull’argomento una sorta di campagna mediatico-culturale di normalizzazione del fenomeno, mentre la vita è la vita, e davvero non è possibile accettare questo nuovo business, che passa dalla mercificazione del corpo della donna alla reificazione del bambino, diventi oggetto di un contratto”.
Con Meloni e Lancia concorda anche Tiziana Del Beato, new entry del partito proveniente dalla Lega: “Mi trovo perfettamente in linea e non ritengo possibile accettare la pratica dell’utero in affitto. Credo che la nascita di un bambino, così come la gravidanza, abbia origine da un atto di amore e non possa essere qualcosa di pianificato in laboratorio, si perderebbe il valore umano”.
Ma cosa dice la normativa? Nel nostro paese, a differenza di altri, l’utero in affitto è illegale.
A questo riguardo, l’Italia è stata condannata dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo per aver tolto ad una coppia un bimbo nato in Russia da madre surrogata, ossia attraverso la tecnica dell’utero in affitto. Il nostro paese, come stabilito, dovrà pagare 20 mila euro per i danni morali e 10 mila per le spese legali.
Questa posizione non potrebbe essere discriminatoria nei confronti di tutte quelle coppie che non possono avere figli dato che in altri paesi è possibile ed è solo una questione economica?
“Porre l’accento su un presunto aspetto discriminatorio sotto il profilo economico – risponde Ersilia Lancia – significa, secondo me, non cogliere nel segno, guardare il fenomeno dal punto di vista dei “committenti”, non capire che si tratta di una battaglia di civiltà, ma civiltà della vita”.
E aggiunge Tiziana Del Beato: “Non la ritengo affatto discriminatoria. Per come viene posta e trattata mi sembra un contratto commerciale in cui ci sono parti che interagiscono in modo asettico, non dando importanza meritata all’evento che di per sé ha un valore ben al di sopra di una situazione materiale e di interesse quasi logistico. Massimo valore all’aspetto emotivo ed umano, per questo sono in linea con la Meloni. Non si tratta di discriminazioni – conclude – quanto tutelare la nascita e di un bambino che viene al mondo per amore tra due persone e non e per un motivo clinico o medico”.