L’accordo tra Letta e Calenda agita la coalizione di centrosinistra
di Redazione | 03 Agosto 2022 @ 10:22 | VERSO LE ELEZIONI
L’accordo tra Letta e Calenda manda in fibrillazione gli altri possibili alleati del Pd. Tra i leader quello che si sarebbe maggiormente irrigidito è Luigi Di Maio che solo ieri aveva presentato, assieme a Bruno Tabacci, la nuova formazione politica di Impegno civico; nel pomeriggio, Enrico Letta lo ha incontrato alla Farnesina: a quanto sembra il Partito Democratico, nell’ambito della propria strategia e per “spirito di conciliazione” avrebbe offerto al Ministro degli esteri ospitalità nelle proprie liste come forma di “diritto di tribuna”; Luigi Di Maio potrebbe così correre, al sicuro, con il Pd e candidare i suoi con Impegno civico, ma il ministro degli Esteri, in ogni caso, non sembra aver gradito l’ipotesi. I due leader torneranno a vedersi oggi, intanto tra i dem provano a stemperare la cosa: “Castelli, Spadafora e gli altri se la giocheranno nel proporzionale, del resto anche se ci fosse stata la possibilità di inserirli negli uninominali, quanti posti volevano? Sarebbero stati 2 o 3 comunque”, ragionano i dem che non sono certo disposti a concedere di più agli ex pentastellati. L’accordo non piace nemmeno a Verdi e Sinistra italiana; i due partiti, che è bene ricordare non hanno dato la fiducia al Governo di Mario Draghi, lamentano alcuni dei contenuti programmatici come il riferimento nell’accordo ai rigassificatori sia pur “nel quadro di una strategia nazionale di transizione ecologica sostenibile”: “Il patto non ci convince e non ci riguarda”, tuonano Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, che chiedono un incontro a Enrico Letta. Anche in questo caso il segretario risponde nel giro di pochi minuti, fissando a oggi pomeriggio il faccia a faccia.
Chi dell’alleanza sicuramente non farà parte è Matteo Renzi. “Abbiamo voluto Draghi al governo, soli contro tutti. Oggi non ci alleiamo con chi ha votato contro Draghi. Prima della convenienza viene la Politica. Quello che gli altri definiscono solitudine, noi lo chiamiamo coraggio. Pronti, ci siamo”, scrive su Twitter commentando l’incontro il leader di Italia Viva. A sera detta la linea ai suoi: “Noi dobbiamo essere molto tranquilli. Nessun tipo di polemica e fare la battaglia controcorrente con grande entusiasmo. Noi siamo il vero voto utile e non una coalizione che va da Azione a Rifondazione, ci aprono spazi enormi”. Certo la consapevolezza che sia un all-in l’ex premier ce l’ha: “Siamo a un passo dal 3% e a volte anche sopra il 3%. È una partita secca”, dentro o fuori. “Io sono convinto che si possa arrivare al 5%”. Comunque sia, non è sfuggito il particolare che nell’accordo siglato tra Pd, Azione e Più Europa non c’è nessun riferimento a Matteo Renzi, un dato che per molti significa che ancora la partita non è totalmente chiusa. I prossimi giorni ci diranno, quindi, se i partiti a sinistra del Pd saranno della partita e se Italia Viva convergerà nella coalizione. Per ora Enrico Letta cercherà di trovare una quadra e se una proposta a Matteo Renzi arriverà bisognerà probabilmente attendere gli ultimi giorni prima della presentazione delle liste e dei contrassegni fissata tra il 12 e il 14 agosto