di Emanuela Medoro – Barack Obama è il 44° Presidente degli USA, eletto per la seconda volta. Sono state elezioni costosissime, addirittura si parla di 6 miliardi di dollari per le spese delle campagne elettorali dei due candidati.
Traduco il testo della lettera di ringraziamento che il Presidente Barack Obama ha diffuso online prima di parlare alla folla di Chicago.
“Sto per parlare alla folla di Chicago, ma volevo , per prima cosa, ringraziarvi. Voglio che sappiate che non è successo per caso o per destino. E’ successo per voi. Voi vi siete organizzati casa per casa. Siete stati i padroni di questa campagna per 5 o 10 dollari alla volta. E non vi siete fermati davanti alle difficoltà.
Passerò il resto della mia presidenza facendo onore al vostro sostegno, e facendo quello che posso per portare a termine quello che ho incominciato.
Ma voglio che siate veramente orgogliosi, come lo sono io, per come ci siamo riusciti. Oggi è la prova più chiara che, contro tutte le difficoltà, gli Americani ordinari possono sconfiggere interessi potenti. C’è ancora tanto da fare. Ma per il giusto, ora. Grazie Barack.”
Chi ha vinto? Gli afroamericani e gli ispanici che si sono recati alle urne in numero ancora maggiore della prima volta. E poi, da sottolineare, le donne ed i giovani. Grazie a tutti loro l’ affluenza alle urne è stata superiore alle attese.
Chi ha perso? Gli uomini bianchi hanno votato per Romney. L’establishment bianco protestante , i wasp, passa in minoranza.
Il Presidente Barack Obama ha la maggioranza al Senato. Il Congresso mantiene la maggioranza repubblicana che ottenne nelle votazioni di mezzo termine, nel 2010. Sarà quindi una politica pragmatica, di partecipazione più ampia possibile. Semplicemente, democratica, né liberista, né populista. Attenta alla ripresa dell’economia e dell’occupazione, con politiche finanziarie e fiscali rese finalmente possibili dopo la fine delle guerre in Iraq ed in Afghanistan.
E’ in tempo di pace che fioriscono economia, arti e scienze. Si può ragionevolmente ritenere di esserci, finalmente. Da ricordare nell’ottobre del 2010 il Presidente Barack Obama ebbe il premio Nobel per la Pace.
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Ci siamo ripresi e abbiamo lottato per ritornare qui e per l’America il meglio deve ancora venire
“Grazie a tutti, siamo una famiglia americana. Stanotte in queste elezioni, voi, il popolo americano ci avete ricordato che il nostro viaggio è stato lungo, abbiamo combattuto per arrivare qui e sappiamo che per gli Stati Uniti il meglio deve ancora venire. Vorrei ringraziare ogni americano che ha partecipato a queste elezioni, o che abbia votato per la prima volta o abbiate fatto file lunghissime per votare. In tutti questi casi avete fatto la differenza”.
“Sasha e Malia – ha detto il presidente rivolgendosi alle figlie – sono quattro dei tanti occhi che ci osservano. State diventando bellissime, come vostra madre, e sono molto orgoglioso di voi. Di certo – ha aggiunto – un solo cane piò bastare”. Alla Casa Bianca non arriverà un altro cane, quindi: ecco l’unica certezza.
Nel discorso dal McCormick Palace di Chicago, Obama ha poi detto che “nelle primimissime settimane cercherò di incontrare Romney per vedere cosa possiamo fare insieme per questo paese”.
Quindi i ringraziamenti alla moglie: “Io non sarei qui senza la donna che ha accettato di sposarmi vent’anni fa. Michelle io non ti ho mai amato di più, sono orgoglioso di quanto l’America ti ami”.
“Ringrazio la miglior squadra della storia delle campagna elettorali, la migliore di sempre. Molti di voi sono stati al mio fianco sin dall’inizio della mia discesa in politica. Grazie per avermi portato fin qui, vi sarò sempre riconsocente per il vostro incredibile lavoro”.
“So che le campagne politiche possono apparire stupide e lasciano molto spazio al cinismo e ai commenti, ma so anche che il meglio deve ancora venire. In una democrazia in un Paese come l’America può essere complicata, ma noi prenderemo decisioni importanti come Paese. Le questioni e il confronto sono il marchio della nostra libertà mentre siamo qui ci sono persone in terre lontane che combattono perché noi possiamo avere la possibilità di discutere le nostre idee diverse. Vogliamo un paese dove tutti possono avere la possibilità di avere accesso alle migliori scuole, vogliamo che i nostri figli possano vivere in un’America non segnata dalla diseguaglianza e non sopraffatta dal debito, vogliamo dare ai nostri figli un paese rispettato nel mondo con le migliori truppe militari che il mondo abbia mai conosciuto. Crediamo in un’America fiduciosa, compassionevole, aperta ai sogni dei figli e delle figlie degli emigranti, al ragazzo delle scuole di Chicago non possiamo negare delle possibilità, tutti devono avere delle opportunità: questi sono i valori in cui crediamo, il punto a cui dobbiamo arrivare. L’economia sta recuperando, sta terminando un periodo di conflitti, la campagna miliatre volge al termine, siete stati voi a rendermi un presidente migliore”.
“Torno alla Casa Bianca più forte e più ispirato di prima.- ha continuato il presidente tra gli applausi -. Stanotte avete votato non per la politica tradizionale, ma per l’azione. Vorrei cercare di lavorare coi leader di tutti i partiti per arrivare a una riduzione del deficit, a risollevare il paese dalla disoccupazione e informatizzare il sistema sanitario. Il compito dei cittadini non finisce con il voto, perché dovete continuare a dirci cosa possiamo fare per voi. Questo Paese è uno dei più ricchi, abbiamo una capacità militare forte, ma questo non ci rende più forti. Le nostre università sono il massimo, ma quello che rende eccezionale l’America è la capacità di tenere unite tutte le nazioni che sono rappresentate, il senso del dovere, il patriottismo è quello che rende grande l’America. Ho visto soldati che preferito farsi abbassare lo stipendio piuttosto che perdere il lavoro, l’ho visto anche l’altro giorno. Stanotte nonostante tutte le difficoltà che abbiamo vissuto, tutte le frustrazioni che si vivono a Washington non non mai stato più fiducioso. Sono orgoglioso di essere ancora il presidente. L’idea che se vuoi comprare un’auto, non importa chi sei, bianco o nero, ricco o povero, sano o malato, puoi venire a vivere in America. Non siamo cinici e opportunisti siamo più della somma delle nostre parti, non siamo un insieme di Stati e, con l’aiuto di Dio, continueremo il nostro viaggio. Viviamo nella più grande nazione che il mondo abbia mai visto”.
“Quando attraversiamo momenti difficili come paese si generano necessariamente conflitti. Una democrazia di 300 milioni di persone può essere complicata. Forse non saremo d’accordo e ci saranno anche dei confronti aspri”, ma “ci avete eletto per concentrarci sui posti di lavoro e per lavorare con i leader di entrambi i partiti e affrontare le grandi sfide del paese. Lo faremo”. Obama tira qualche punto forte del suo pensiero: “Questo paese è molto ricco, ma non sono le nostre ricchezze che ci fanno grandi. La nostra cultura, le nostre università, il fatto che siamo il paese più diverso, la comunità più intrecciata del mondo. Cresciamo in un paese in cui il senso dell’amore, della solidarietà sono valori importanti: è questo che fa l’America grande. E ho visto questi valori in America: l’ho visto nelle imprese familiari, nei lavoratori che non perdono la dignità anche se hanno perso il lavoro, nelle forze dell’ordine che vigilano ogni giorno sui nostri quartieri. L’ho visto nelle coste del New Jersey e di New York”, dopo l’uragano Sandy, dice.
L’America non è ciò che il Paese può fare per noi, ma quello che può essere fatto da noi