La storia infinita del viadotto A24 L’Aquila Ovest-Est
di Isabella Benedetti | 26 Luglio 2023 @ 05:30 | Punti di svista
La storia del viadotto autostradale A24, nel tratto urbano aquilano, ha il sapore di aspre battaglie sostenute in campo politico, economico e sociale.
Nei tempi antecedenti la sua realizzazione, gli scontri fra sostenitori e detrattori erano accesi come per i moti degli anni ’70 fra L’Aquila e Pescara per contendersi il capoluogo di regione. Per molti l’autostrada dov’è non sarebbe dovuta essere e, più razionalmente, la bisettrice autostradale sarebbe dovuta passare nel versante opposto, raso, sfruttando il percorso stradale dell’attuale Mausonia. Il percorso alternativo avrebbe, invero, consentito l’innesto direttamente sulla SS17 in direzione Pescara, sarebbe stata a servizio anche del nucleo industriale e non avrebbe comportato la necessità di realizzare la superstrada 17ter. Invece è stato previsto il casello dell’Aquila est per il servizio cimiteriale.
“All’epoca, hanno pesato le pressioni di una certa classe politica che, in quel versante non scelto, aveva la propria casa e avrebbe sofferto il rumore ed il traffico autostradale”, ha sostenuto qualcuno, malignamente.
La storia è stata scritta in soldoni, quelli, tanti che sono serviti per la realizzazione di un’opera che, diversamente, ne avrebbe richiesti molto meno. Il viadotto sta lì e taglia come una lama il panorama paesaggistico dove la città dissemina le sue ultime abitazioni e la montagna offre i suoi primi sentieri, i boschi di conifere e la sua fauna selvatica. L’opportunismo, d’altronde, non va a braccetto con il giusto e con l’economia.
Sta di fatto che, nel bene e nel male, questo tratto autostradale è un’arteria fondamentale, vitale, l’unica, in assenza di una rete ferroviaria importante e strutturata, in grado di consentire i contatti con Roma e con la costa. La mancanza di utili collegamenti ferroviari ha pesato anche sul trasporto delle merci che necessariamente ha dovuto optare per mezzi gommati. Se in tutta Italia le diverse alternative di trasporto sgravano le strade di mezzi pesanti, all’Aquila questa opportunità è negata. Negli anni il traffico autostradale è cresciuto in maniera esponenziale. Sulla A24 pesano pure, tra le altre cose, il cambio di gestione della rete autostradale e la difficoltà oggettiva ed onerosa della manutenzione di un’autostrada di montagna. Il traffico dei mezzi pesanti, ormai continuo sul viadotto cittadino, produce inquinamento atmosferico ed acustico. Quest’ultimo è particolarmente dannoso e prodotto maggiormente dal passaggio dei TIR in velocità sui giunti di dilatazione. Non è vero, come dice un detto popolare, che il rumore continuo diventa silenzio: E’ invece subdolo e fastidioso e scuote il sistema nervoso.
Mi chiedo come mai nessuno finora abbia ventilato la necessità di barriere fonoassorbenti. C’è chi si preoccupa dell’impatto delle pale eoliche sugli uccelli, ma nessuno si cura a sufficienza degli effetti del rumore sull’uomo. Oltretutto, il viadotto è stato più volte scenario di tragici eventi. Installare barriere fonoassorbenti e di protezione sarebbe un segno di civiltà, di sensibilità ecologica e non solo.