La stampa estera, il corteo di chiusura, la festa in città: la catarsi aquilana

di Alessio Ludovici | 30 Agosto 2022 @ 06:00 | PERDONANZA
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L’AQUILA – Credenti e non, chi si è lasciato andare alle lacrime e chi le ha trattenute ma, quando infine Papa Francesco è arrivato davanti la Porta Santa, il flusso di pensieri, sentimenti ed emozioni della mattinata di domenica si è improvvisamente interrotto e tutto è diventato calmo, chiaro e limpido. Stavamo per vivere un momento storico anche per la città, un momento atteso tredici anni e che forse non poteva che accadere durante la Perdonanza e davanti quella Porta.

Le emozioni erano state già tante soprattutto con lo “Jemo ‘Nnanzi” – nuovo simbolo dell’aquilanitas e della sua epopea, tempra e temperie – pronunciato da Papa Francesco in piazza Duomo. Ha una storia quel Jemo ‘Nnanzi che racconteremo domani, che ora è patrimonio di tutta la città. andare avanti nonostante tutto ma anche invito a raggiungere nuove mete. 

A Collemaggio, sempre la domenica mattina, la sublimazione di una giornata incredibile. Al di là della retorica la cronaca è oggettiva e condivisa dai racconti di tutti: in quel momento, davanti quella porta, è sceso il silenzio, persino tra gli operatori della stampa o dell’organizzazione, a piazza Duomo, a Collemaggio, nelle sale stampa, nelle case, nei luoghi di lavoro. In quel momento la città ha capito, le emozioni sono scese dal cervello allo stomaco, la comunità ha trattenuto il respiro per un irripetibile istante durato circa cinque minuti, ma anche tredici anni ed è come fossimo tutti lì vicino al Papa in quel momento.

Un irripetibile momento religioso della città, atteso da secoli e che restituisce la giusta dimensione a Celestino V e alla sua Perdonanza. Ma anche un irripetibile momento civico. E non poteva che essere la Bolla di Celestino V, papale ma custodita dalla comunità per 364 giorni l’anno, a compiere questa sorta di miracolo comunicativo della città. L’ultima volta che abbiamo vissuto una così forte immedesimazione mediatica collettiva è stato il 6 il aprile 2009, e il giorno dopo quando in tanti, vedendoci in tv o raccontati sui giornali, abbiamo capito che eravamo proprio noi e non siamo riusciti a trattenere le lacrime.

Jemo ‘Nnanzi e quella porta proiettano la città verso una nuova pagina, senza dimenticare nulla, ma nuova. Oggi in qualche modo si chiude un cerchio per la città, nei tg ne è uscita un’immagine oggettivamente positiva e sulla stampa nazionale e internazionale dell’Aquila non si parla necessariamente come città terremotata nonostante le ferite ancora ben visibili. Su quella soglia c’è stato un crocevia della storia cittadina: l’incontro tra i due papi dell’umiltà, quello che la Perdonanza l’ha istituita e quello che l’ha definitivamente riabilitata, gli oltre sette secoli di attesa di un papa e i tredici anni di attesa per raccontarsi in modo diverso, tutto su quella soglia.

Effetto Papa Francesco

L’effetto è stato immediato e dirompente. Una flusso interminabile di persone dalla notte tra il 28 e il 29 fino alla chiusura della Porta, ha visitato la basilica, ha voluto fisicamente varcare la porta. Grandi file anche nel pomeriggio e basilica stracolma di gente per le messe. Ai vespri del 29 il rito di chiusura della Porta Santa della Basilica di Collemaggio a L’Aquila è stato accompagnato da una marea di persone, dentro e fuori, compresi i 500 posti della nuova gradonata.

I vespri

Dentro la basilica la celebrazione è stata presieduta dal Vescovo ausiliare Monsignor Antonio D’Angelo, essendo l’arcivescovo Petrocchi impegnato a Roma con il Collegio Cardinalizio con il Santo Padre. Ieri è stato anche annunciato che su decreto di Papa Francesco del 15 luglio scorso è stato indetto un anno giubilare fino al 28 agosto 2023 per chiunque verrà a L’Aquila alla Basilica di Santa Maria di Collemaggio. “La chiusura della 728esima Perdonanza Celestiniana rappresenta il suggello a una indimenticabile Perdonanza celestiniana – ha affermato il sindaco Pierluigi Biondi – che ha visto la nostra città proiettata nel mondo, grazie alla preziosa, autorevole e santa presenza di Papa Francesco. Ma un altro dono straordinario da parte di Francesco ci ha accolti al risveglio: all’eccezionalità della prima apertura della Porta Santa ad opera di un Papa, si è aggiunta quella dell’indulgenza lucrabile per tutto l’anno”.

Il corteo

Il corteo di rientro è stato lungo, sicuramente troppo e ne andranno capiti i motivi, ma è piaciuto. Sarebbe dovuto partire da davanti la Basilica ma c’era troppa gente e quindi si è pensato di partire da davanti il palco. Poi i gruppi storici hanno confabulato: perché non partire da dietro la porta Santa? E così è stato e ne è venuta fuori un’immagine straordinaria, con i labari della civitas nei pressi della porta pronti a riprendere possesso della bolla di Celestino: i quattro quarti, Aquila Invicta, gli Uomini d’Arme, Rosso d’Aquila, gli Sbandieratori della cittàdell’Aquila e i bandierai dei quattro quarti e tutti gli altri, tutti, va sottolineato, volontari. E il tutto davanti ai 500 della gradonata cui si sono aggiunte le tantissime persone che hanno seguito anche il corteo di rientro lungo la strada.

La festa popolare

La festa, infine, è proseguita nelle piazze cittadine. Noi siamo stati alla cena del Quarto di Santa Maria, dove ha sede anche il gruppo Jemo ‘Nnanzi che della vita del quarto è animatore. Viaggio culinario tra una Pappardellam ammassata, cum guancia de porcu (che non revè), il porcu zicu a lo forno e patane de lo bacino dei nobili Torlonia, fino all’antiqua miscela arabica cum succaro. Nel mezzo i saluti e gli incitamenti delle persone anche sconosciute per la festa “come quella di Siena”, i bambini che chiedono di sfilare l’anno successivo. Un ante pastum della Perdonanza che potrebbe essere se si valorizzasse fino in fondo quel suo carattere di partecipazione popolare. Alla chiesa del resto molto altro non si può chiedere, ora tocca alla città metterci quello che manca per andare avanti veramente.

 

 


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