La scorsa primavera, la Banca popolare dell’Emilia-Romagna ha incorporato due piccoli istituti di credito del centro Italia, la Cassa di Risparmio della provincia dell’Aquila (Carispaq) e la Banca Popolare di Lanciano e Sulmona (Bpls). Con i clienti e le filiali, Bper ha comprato anche le grane di questi istituti.
In particolare, come emerge dalla semestrale di bilancio pubblicata questa settimana, la banca de L’Aquila è implicata in un’inchiesta penale relativa alla “truffa dei Parioli”: una stangata da milioni di euro sottratti a clienti vip.
Un consulente finanziario e tre dipendenti della Carispaq, cui era affidata una filiale nel prestigioso quartiere romano dei Parioli, hanno mosso milioni di euro attraverso una miriade di società fittizie in giro per il mondo, per far sparire il denaro investito. Con la scusa di aver investito in attività in perdita, il consulente si intascava i soldi. Carispaq è stata condannata in primo grado dal Tribunale di Roma in solido col consulente Gianfranco Lande (9 anni e 8 mesi di reclusione), ritenuto l’ideatore della truffa. Ora è iniziato anche il processo ai tre dipendenti, accusati uno di concorso nell’abusivismo finanziario commesso da Lande e gli altri due per irregolarità della normativa antiriciclaggio
Fra le numerose vittime – sono stati notificati atti di citazione al responsabile civile da parte di 249 soggetti – anche molti nomi noti, come il cantante Massimo Rainieri, il politico Paolo Guzzanti o il regista Enrico Vanzina. Di recente la Finanza ha indagato 13 di questi per evasione fiscale, perché molto del denaro passato dalle mani di Lande, “il Madoff dei Parioli”, erano guadagni non dichiarati al fisco.
Ma adesso? Bper deve restituire davvero i soldi sottratti ai vip romani? La banca ha presentato ricorso in Appello. “La sentenza penale di primo grado – sostiene il gruppo emiliano – afferma la responsabilità della Banca in forza di presupposti giuridici contestabili e mai applicati sino ad oggi nei confronti di un ente privato, non sussistendo, in capo alla stessa, alcuna responsabilità civile indiretta per i fatti ascritti all’imputato Lande”. La prima udienza è stata fissata per il 15 ottobre 2013.
Intanto, è iniziato anche il processo civile, chiesto da alcuni clienti che rivogliono il loro denaro.
A luglio, nel processo ai dipendenti, il giudice ha ammesso la citazione del responsabile civile di Bper, che si ritiene non colpevole, ma vittima dell’ex dipendente.
UN CONTENZIOSO FISCALE FRA ITALIA E IRLANDA
Ma quello dei Parioli non è l’unico contenzioso aperto della Bper. L’anno scorso l’Agenzia delle Entrate di Modena le ha notificato un avviso di accertamento relativo ai periodi d’imposta 2005 e 2006, col quale chiede il versamento di 11,2 milioni di euro di tasse non pagate. Sono le imposte relative all’utile di una controllata irlandese della banca emiliana, Emro Finance Ireland. Secondo il fisco, in realtà è una società italiana che opera in Italia, “esterovestita” apposta per non dover pagare le tasse qui in Italia che sono più care.
Bper si oppone con “appositi autorevoli pareri legali” e “non ritiene probabile che possano verificarsi conseguenze negative in merito alla vicenda”. Era stato tentato un accordo con l’Agenzia delle Entrate, ma non è servito. La questione sarà allora affrontata dalla commissione tributaria provinciale di Modena il prossimo 23 settembre. In parallelo è stata attivata anche la Mutual Agreement Procedure tra l’Irlanda e il ministero dell’Economia italiano, sempre ala ricerca di un percorso per definire in via amichevole la questione della residenza fiscale della società.
IN SEI MESI PERSI 20 MILIONI
Anche la vicenda del contenzioso fiscale è stata aggiornata nella Relazione finanziaria semestrale pubblicata questa settimana. Il primo semestre 2013 si è chiuso in rosso per la Banca Popolare dell’Emilia-Romagna, che perde 19,9 milioni di euro (nello stesso periodo del 2012 era stato registrato un utile di 77,2 milioni). Anche peggio il risultato della capogruppo, con una perdita di 21,5 milioni di euro.
Il risultato è condizionato da un notevole aumento delle imposte pagate, 35,9 milioni, +230%, e da nuove rettifiche sui crediti, dovute anche al’adeguamento del valore delle garanzie reali immobiliari, che hanno imposto accantonamenti straordinari per circa 158 milioni.