‘La Liberazione’

di Alessio Ludovici | 25 Aprile 2023 @ 05:00 | RECENSIONI
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L’AQUILA – Edito da Textus Edizioni è in libreria il nuovo libro di Giovanni De Blasis. “La Liberazione. Resistenti e collaborazionisti nella provincia dell’Aquila 1943 – 1946” è una ricostruzione dettagliata degli anni più turbolenti dell’Italia del ‘900 nel nostro territorio.

De Blasis, già autore di “Il pane verrà contato a briciole” che raccontava la censura di guerra nella provincia dell’Aquila, si addentra nelle vicende che dall’armistizio dell’8 settembre arrivano al primissimo dopoguerra. Nel mezzo l’occupazione tedesca, i bombardamenti, le stragi nazifasciste ma anche la resistenza armata e quella umanitaria fino alla “difficile transizione” del dopoguerra.

L’8 settembre la storia si mette in moto in modo incalcolabile anche nel nostro territorio. L’esercito va in pezzi. All’Aquila, racconta De Blasis, dei 5mila uomini dell’esercito presenti ne rimangono, all’arrivo dei tedeschi, non più di 150. Lo sbandamento è totale, le caserme vengono invase dai cittadini che le saccheggiano di ogni cosa, armi ma anche cibo che scarseggiava da anni.

La stessa cosa succedette nei tanti campi di prigionia allestiti nel territorio e in città i fuggitivi della Casermette si dirigono sulle montagne. Dalla metà di settembre in poi arrivano le truppe naziste che, in pieno accordo con i fascisti del territorio, occupano tutta la provincia. Uccisioni, stupri, violenze di ogni genere si moltiplicano ai danni dei cittadini della provincia dell’Aquila.

Arrivano le stragi che insanguinano il nostro territorio, Pietransieri, Filetto, Onna recita il lungo elenco. Ma arriva anche la resistenza con le bande dell’aquilano, come la Di Vincenzo, la Duchessa, le bande di Cagnano e di Scoppito e quelle della Marsica, dell’Alto Sangro e della Valle Peligna.

De Blasis racconta quindi della resistenza umanitaria che sostiene la guerra di liberazione. Arrivano gli alleati, saranno centinaia i giovani della provincia a risalire il paese rischiando, e a volte perdendo, una vita che avrebbero potuto tranquillamente non rischiare rimanendo nel loro territorio ormai liberato.  E’ questo il senso del 25 aprile, il giorno della Liberazione, che De Blasis racconta con il rigore dello storico. 


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