La lenta morte del mercato ambulante. Capretti: “Subito misure urgenti”
Prima del sisma i posteggi erano 100, scesi a 70 nel 2012. Oggi sono appena 38. Fiva Confcommercio: "Prorogare la sospensione della tassa per l'occupazione del suolo pubblico"
di Marianna Gianforte | 11 Aprile 2022 @ 06:00 | ATTUALITA'
L’AQUILA – C’era una volta il secolare mercato degli ambulanti di piazza Duomo, con i suoi odori, i colori, i vociare dei cento ambulanti posizionati nei loro posteggi, sempre uguali nelle posizioni, stretti stretti tra loro e attraversati ogni mattina da centinaia, forse migliaia di persone. Una festa di vitalità che è vero, copriva la bellezza architettonica della piazza più grande e maestosa della città, ma riempiva il cuore dell’Aquila di allegria. C’era una volta, e adesso non c’è più nè probabilmente mai più tornerà.
Gli ambulanti sopravvissuti a una lenta disfatta sotto i colpi delle tante crisi che hanno attraversato il settore del commercio negli ultimi 20 anni, in centro storico non ci vogliono proprio tornare (e nemmeno l’amministrazione pubblica sembra avere questo disegno); si sono ormai radicati all’ingresso ovest della città, a piazza d’Armi, dove pure all’indomani del loro insediamento post sisma rilevavano tutti i disagi e le difficoltà. Ma all’epoca si trattava di riabituare persino le persone alla nuova forma del mercato. Nel 2012 i commercianti ambulanti aquilani di piazza d’Armi erano già scesi a 70; ma è oggi che il crollo fa impressione: i posteggi effettivi sono appena 38. Un crollo inesorabile, incredibile visibile anche a colpo d’occhio quando si fiancheggia la grande piazza: quasi del tutto vuota. Il presidente di Fiva Confcommercio Alberto Capretti traccia il quadro della situazione:
“La crisi dei piccoli commercianti è nazionale. Sta scendendo il fatturato delle piccole e medie imprese nei negozi del centro storico, nei supermercati, nel mercato di piazza d’amri. La guerra sta portando un altro momento di riflessione nelle persone, che non spendono. A livello comunale e provinciale le aziende stanno chiudendo. C’è una scesa vertiginosa per quanto riguarda il commercio sul suolo pubblico. Ma anche i negozi in tutta la Regione, con chiusure anticipate prima dela fien dell’anno. Reggono in modo più marcato soltanto le aziende che vendono i beni di prima necessità (cibo, frutta ecc.) ma anche loro stanno soffrendo, si fa men spreco”.
All’Aquila, sottolinea Capretti, sta accadendo qualcosa di ancor più grave rispetto a quanto si verifica a livello nazionale, e di questo passo il mercato di piazza d’Armi rischia di scomparire.
“Servono subito interventi mirati, l’aiuto delle istituzioni locali, prime fra tutte la Regione e il Comune”.
A quest’ultimo, in particolare, gli ambulanti chiedono di prorogare l’esenzione della tassa per l’occupazione di suolo pubblico – sospesa già nel corso dell’emergenza asanitaria – ancora per qualche mese:
“Per avere il tempo di superare la difficile fasem nella speranza di riuscire a risollevarci e che cessi la guerra il più presto possibile”.