La Domenica delle Palme, inizio dei riti della Settimana Santa

di Daniele Pinton | 01 Aprile 2023 @ 05:28 | CREDERE OGGI
Domenica delle Palme
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L’Aquila. Con la Domenica delle Palme del prossimo 2 aprile, si aprono nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio i riti della Settimana Santa presieduti dal Cardinale Arcivescovo Giuseppe Petrocchi, che anche quest’anno saranno vissuti in modo peregrinante, nelle parrocchie dell’Arcidiocesi di L’Aquila.

Questa liturgia, celebra l’arrivo di Gesù Cristo a Gerusalemme ed è seguita sempre da moltissimi fedeli che partecipano alla processione delle Palme, che precede la liturgia eucaristica, sul piazzale della Basilica celestiniana.

La celebrazione stazionale che domenica il Cardinale presiederà nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio, avrà inizio alle ore 11:00, davanti alla Porta Santa celestiniana, con il rito della benedizione delle palme e dei rami di ulivo e la commemorazione dell’ingresso del Signore a Gerusalemme, per il momento ecclesiale che la comunità diocesana sta vivendo quest’anno per il dono di un intero Anno della Misericordia celestiniana, concesso da Papa Francesco nella sua visita pastorale a L’Aquila il 28 agosto 2022.

Inoltre, quest’anno, la solenne liturgia di apertura della Settimana Santa, presieduta dal Cardinale Petrocchi, sarà tradotto nella lingua dei segni, per la presenza a Collemaggio del Movimento Apostolico Sordi dell’Abruzzo ed Ente Nazionale Sordi, sezione provinciale L’Aquila,  con circa trecento sordi, provenienti dall’Abruzzo e dalle Marche.

Con questa liturgia che apre solennemente la Settimana Santa, si ricorda il trionfale ingresso di Gesù a Gerusalemme, presente in tutti e quattro i vangeli. Questo “saluto” ricorda la tradizionale ricorrenza ebraica di Sukkot (festa delle capanne), in cui in processione al tempio di Gerusalemme i fedeli salivano portando un mazzetto intrecciato di palme, salice e mirto, come simbolo di fede da sventolare, innalzando preghiere al cielo. Gesù si presenta in sella a un’asina, in segno di mitezza e umiltà e le genti lo acclamano riconoscendolo come Salvatore, gridando “Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nell’alto dei cieli!”.

I Vangeli narrano che Gesù arrivato con i discepoli a Betfage, vicino Gerusalemme (era la sera del sabato), mandò due di loro nel villaggio a prelevare un’asina legata con un puledro e condurli da lui; se qualcuno avesse obiettato, avrebbero dovuto dire che il Signore ne aveva bisogno, ma sarebbero stati rimandati subito. Dice il Vangelo di Matteo (21, 1-11) che questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato annunziato dal profeta Zaccaria (9, 9) «Dite alla figlia di Sion; Ecco il tuo re viene a te mite, seduto su un’asina, con un puledro figlio di bestia da soma». I discepoli fecero quanto richiesto e condotti i due animali, la mattina dopo li coprirono con dei mantelli e Gesù vi si pose a sedere avviandosi a Gerusalemme. Qui la folla numerosissima, radunata dalle voci dell’arrivo del Messia, stese a terra i mantelli, mentre altri tagliavano rami dagli alberi di ulivo e di palma, abbondanti nella regione, e agitandoli festosamente rendevano onore a Gesù esclamando «Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nell’alto dei cieli!».

Il tema della passione trova una forte espressione nella denominazione della sesta domenica di Quaresima, che ora si chiama ‘Domenica delle Palme e della passione del Signore’. In essa la commemorazione dell’ingresso di Cristo in Gerusalemme si collega con quella della sua passione. Di una processione delle palme a Gerusalemme verso il 400 c’informa già la pellegrina Egeria. In Occidente essa appare per la prima volta verso la fine del sec. VIII e assume presto elementi ludico-drammatici e folcloristici. Il nuovo Messale prevede svariate forme per la “Commemorazione dell’ingresso del Signore in Gerusalemme”. La Messa è caratterizzata particolarmente dalla lettura della passione del Signore secondo i Sinottici a seconda dell’anno del ciclo.

Questa domenica è dunque il portico che introduce nelle celebrazioni pasquali, come bene esprime il prefazio: “Con la sua morte lavò le nostre colpe e con la sua risurrezione ci acquistò la salvezza”.


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