La Corte Ue boccia i respingimenti francesi. Michel: l’Italia non è sola

Mattarella sprona Roma e Bruxelles: servono soluzioni coraggiose sui migranti

di Redazione | 22 Settembre 2023 @ 12:12 | ATTUALITA'
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La Corte di Giustizia dell’Ue boccia i divieti di ingresso dei migranti da parte della Francia al confine con l’Italia. Per i giudici del Lussemburgo la “direttiva rimpatri” va applicata a qualunque cittadino di un Paese terzo che sia entrato nel territorio di uno Stato membro. Anche se il suo soggiorno è irregolare, il migrante deve essere oggetto di una decisione di rimpatrio e deve, in linea di principio, poter beneficiare di un certo termine per lasciare volontariamente il territorio. Insomma, l’allontanamento forzato avviene solo in ultima istanza. Una chiara risposta alle nuove regole che Parigi aveva introdotto per rifiutare l’ingresso di cittadini di Paesi terzi alle frontiere con altri Stati membri, in cui la libertà di circolazione di Schengen sia stata temporaneamente sospesa e i controlli alle frontiere ripristinati. Per la Corte Ue, dunque, in situazioni di una minaccia grave per l’ordine pubblico o la sicurezza i respingimenti sono possibili, ma anche in tali casi vanno rispettate le norme sui rimpatri. 

La Commissione Ue prende atto della sentenza e afferma di aver avviato verifiche con gli Stati membri per analizzare le ragioni dell’introduzione dei controlli alle frontiere e se questi siano veramente necessari e proporzionati. Da New York, intanto, a margine dei lavori dell’Assemblea generale dell’Onu, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha ribadito “che l’Italia non è sola, che la migrazione è una sfida comune per l’Ue”. Michel ha poi riferito di essere “in stretto contatto con la premier Giorgia Meloni” e di voler inserire il tema all’ordine del giorno del prossimo Consiglio europeo informale del 6 ottobre a Granada. “Sarà l’occasione per vedere cosa possiamo fare come Ue per fornire maggiore sostegno ed essere un partner leale, un attore molto solido nell’affrontare questa sfida comune”. Un primo confronto tra gli Stati ci sarà però giovedì prossimo, al Consiglio Giustizia e Affari interni, in cui verrà affrontato il tema della migrazione esterna. 

Mattarella sprona Roma e Bruxelles: servono soluzioni coraggiose sui migranti

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha visitato il centro di accoglienza migranti di Piazza Armerina insieme al presidente tedesco Frank Walter Steinmeier. I due hanno ascoltato diverse storie di migrazione e integrazione. Storie che hanno portato Mattarella e il suo omologo a spronare l’Ue a cercare soluzioni “nuove, condivise” a un fenomeno “che nessun Paese può pensare di risolvere da solo”. Il Capo dello Stato ha invocato un atto di coraggio e soluzioni che stiano al passo con la realtà, fatta di migrazioni di massa, di flussi di persone che “resterebbero volentieri” nel proprio Paese di origine “se non fossero spinti dalla fame, dalla miseria, dalla difficoltà, dalle guerre civili, dalle persecuzioni, dall’intolleranza o dal terrorismo”. Le regole di Dublino, accusa, “sono preistoria. Voler regolare il fenomeno migratorio facendo riferimento agli accordi di Dublino è come dire realizziamo le comunicazioni in Europa con le carrozze a cavalli”. Era un altro mondo quello, insiste prendendo di mira i Paesi Ue che ancora fanno riferimento agli accordi sul diritto di asilo firmati più di venti anni fa. Occorrono soluzioni “nuove” e non misure spot che risolvano “qualche questione temporanea”. Mattarella ha autorizzato qualche giorno fa l’ultimo provvedimento del Governo in materia e pur insistendo sull’idea di accoglienza e di promozione di programmi di sviluppo nei Paesi di origine, non intende fare invasioni di campo. 

“Né il Presidente Steinmeier né io” chiarisce “abbiamo competenze di governo. E siamo sempre stati scrupolosamente attenti a non superare questi limiti e questi confini. Il nostro compito è un altro: è quello di essere riferimento nella comunità nazionale, di interpretarne sensibilità e comprenderne le esigenze e, eventualmente, formulare suggerimenti. Ma la dimensione operativa non ci appartiene, anche se la seguiamo attentamente”. Per il Capo dello Stato “Occorre uno sforzo, nessuno ha la soluzione in tasca, nessuno deve dettare indicazioni agli altri, ma insieme cercarla velocemente, prima che sia impossibile governare il fenomeno”. E se Roma e Berlino litigano sul meccanismo di solidarietà volontaria, Mattarella resta comunque fiducioso e richiama anche l’Ue. A Bruxelles i negoziati sul Patto migrazione e asilo sono impantanati a causa dei veti incrociati delle diverse cancellerie, ma non è più il tempo dei rinvii o della polvere sotto il tappeto. 


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