«Il giornalista che ha la notizia deve pubblicarla. Altrimenti fa un altro mestiere». Lo ha detto, si legge in una nota, il pm Henry John Woodcock. «Il profilo vittimistico è un grande atout in questo Paese. Io però non sono avvezzo a questo tipo di pratica» ha aggiunto il magistrato.
«Il partito dell’anti-politica si è sempre ritagliato una porzione di successo. Significa che in questa democrazia c’é qualcosa che non funziona bene. L’antipolitica è come il colesterolo: c’é quello buono e quello cattivo – ha proseguito Woodcock -. L’antipolitica quando non è violenta fa anche bene, quando poi, in un sistema maggioritario come questo, raggiunge livelli di consenso da maggioranza quasi relativa c’é qualcosa che non va e quando si dice che i magistrati non devono fare politica si dice una cosa stupida». A proposito di Tv il pm si è detto convinto che «il web non riuscirà mai a cancellare o sostituire la televisione perché – ha concluso – l’immagine tv può essere recepita anche passivamente».
«I magistrati non devono andare alla tv. Mentre il politico deve legittimamente creare il consenso, attraverso il medium che gli é più congeniale, il magistrato deve accettare l’idea del dissenso. Quei magistrati che immaginano di poter trovare nella propria rappresentazione televisiva tutela sono destinati a scontrarsi con la dura realtà della Tv stessa». E ha continuato Henry John Woodcock. «Sono stato un magistrato molto sovraesposto – ha aggiunto -. Ma non sono mai andato alla tv. La presenza televisiva del magistrato in qualche modo confonde le idee della gente. I media del magistrato sono le carte: provvedimento, richiesta, sentenza, decreto. Io non ho necessità di tentare di incontrare il consenso dell’opinione pubblica del popolo che è cosa effimera».