di Matilde Albani, L’Editoriale – Si dicono innocenti, estranei ai fatti e che confidano nel lavoro della Magistratura l’ex Vicesindaco Roberto Riga e l’altro indagato Fabrizio Menestò, ascoltati in Procura nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte tangenti nella ricostruzione.
Tutti “confidano”, tranne l’ing. Mario Di Gregorio, direttore del settore Ricostruzione pubblica e patrimonio del Comune dell’Aquila, sospeso dall’incarico, che ai nostri microfoni esprime seri dubbi sul lavoro degli inquirenti.
Di Gregorio, interrogato dal Pm Antonietta Picardi, è nero dalla rabbia, di solito fugge dal microfono, ma stavolta è un fiume in piena. Non esiste la sua firma nella delibera con cui si autorizza il Sal (stato avanzamento lavori) di 1 milione 200 mila euro alla ditta Steda e neppure negli atti allegati, come ci mostra il suo legale Stefano Rossi. Allora come mai Di Gregorio è indagato? L’ingegnere, ricorda i 4 procedimenti penali che ha in corso, i dubbi che nutre intorno a questi, si sente un perseguitato e parla di “sputtanamento contro la mia persona”. La sentenza di condanna è arrivata da “tanti cittadini che hanno fatto la fila nel mio ufficio subito dopo il terremoto”.
Di Gregorio, precisa inoltre, che la sospensione, annunciata da Cialente, non gli è stata comunicata e ancora non ha avuto chiarimenti dall’Amministrazione.”Dal terremoto in poi – dice sibillino – la maggior parte delle responsabilità me le sono assunte io per tutti….” ascoltiamo i protagonisti degli interrogatori..
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Servizio e testo Matilde Albani, riprese Elisabetta Di Giorgio