Imu e Tasi: per le imprese rata totale di 5 miliardi di euro
di admin | 09 Dicembre 2015 @ 17:50 | ATTUALITA'
Entro il prossimo 16 dicembre anche gli imprenditori saranno chiamati a versare la seconda rata di Imu e Tasi che ammonterà a 5 miliardi di euro. A detta della CGIA,al lordo del risparmio fiscale, , lo sforzo maggiore sarà richiesto agli albergatori che saranno chiamati a versare mediamente circa 6.000 euro, al secondo posto, i proprietari dei grandi magazzini commerciali (categoria catastale D8), con poco più di 4.000 euro, e i “capitani” delle grandi industrie (D7), con 3.240 euro. Se per i capannoni di minori dimensioni (D1), gli artigiani e i piccoli imprenditori pagheranno poco più di 2.020 euro, per gli uffici e per gli studi privati (A10) i liberi professionisti verseranno un’imposta media di 1.010 euro. Infine, la rata su negozi (C1) e laboratori (C3) costerà ai commercianti e ai piccoli artigiani rispettivamente 492 e 378 euro.
L’Ufficio studi della CGIA fa sapere che è pervenuto a questi risultati utilizzando, per ciascuna tipologia di immobile strumentale, le aliquote medie risultanti dall’analisi delle delibere dei Comuni capoluogo di provincia divulgate sul sito del Dipartimento delle Finanze. Per ogni tipologia di immobile sono state utilizzate le rendite catastali medie ricavate dalla banca dati dell’Agenzia delle Entrate.
Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA, ricorda: «Dal 2011, ultimo anno in cui abbiamo pagato l’Ici, al’anno corrente, l’incremento del carico fiscale sugli immobili ad uso produttivo e commerciale è stato spaventoso. Tutto ciò ha dell’incredibile. E’ utile ricordare, soprattutto ai Sindaci, che il capannone, ad esempio, non viene esibito dall’imprenditore come un elemento di ricchezza, bensì è un bene strumentale che serve per produrre valore aggiunto, dove la superficie e la cubatura sono funzionali all’attività produttiva esercitata. Accanirsi fiscalmente su questi immobili come è avvenuto in questi ultimi anni non ha alcun senso, se non quello di fare cassa, danneggiando l’economia reale del Paese e, conseguentemente, l’occupazione”.
Gli aumenti riscontrati negli ultimi anni per singola tipologia di immobile strumentale sono stati molto pesanti. Dal 2011 al 2015, l’incremento del carico fiscale al lordo del risparmio fiscale sugli uffici ha toccato il 145,3%. Per i negozi l’aumento è stato del 140,5 %, per i laboratori artigianali del 109,6 %, mentre per gli alberghi, per i grandi magazzini commerciali e per i capannoni industriali il prelievo è quasi raddoppiato.
«Dall’analisi delle delibere prese quest’anno dai Comuni capoluogo di provincia – aggiunge Zabeo – abbiamo rilevato che il 68% ha applicato sui capannoni un’ aliquota Tasi + Imu pari o superiore al valore massimo. Ricordo che gli enti locali possono superare l’aliquota massima del 10,6 per mille di altri 0,8 punti, nel rispetto di precisi vincoli e con l’avvertenza che il maggior gettito vada ad abbassare il carico fiscale alle famiglie bisognose».
Dalla CGIA, infine, notificano che il prossimo 16 dicembre sarà una giornata di “passione” per milioni di imprenditori italiani. Oltre al pagamento della seconda rata dell’Imu e della Tasi, le imprese saranno chiamate a versare le ritenute Irpef e i contributi previdenziali dei dipendenti e dei collaboratori. Inoltre, coloro che hanno optato per il pagamento su base mensile dell’Iva dovranno versare all’erario quella riferita al mese di novembre.
«Per moltissime imprese non sarà facile recuperare la liquidità necessaria per onorare tutte queste scadenze» .conclude Zabeo.