Impianto di compostaggio alle Felciare, Padovani (Psi): “Troppa frettolosità”

"Aprire un serio confronto con la comunità e conferire all'Università dell'Aquila un incarico per una valutazione"

di Redazione | 02 Aprile 2022 @ 22:46 | AMBIENTE
Felciare
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TORNIMPARTE – Sull’impianto di compostaggio che il Comune di Tornimparte starebbe valutando di realizzare il località Felciara interviene il segretario regionale del Partito socialista Italiano,  Gianni Padovani

“Sono roventi le polemiche sulla opportunità di realizzare un impianto di compostaggio in località Felciara di Tornimparte, al confine con Scoppito e a due passi dall’importante stabilimento farmaceutico della Sanofi Aventis. L’amministrazione tornimpartese ha dimostrato una certa frettolosità nella proposta progettuale ed è mancata una puntuale ed esaustiva comunicazione nei confronti dei cittadini, tanto più che si tratta di argomento sensibile che sarebbe stato doveroso approfondire quantomeno nella sede propria del Consiglio comunale. Altro aspetto formale che suscita perplessità riguarda il fatto che l’area interessata dal progetto non è di proprietà del Comune, e si demanda all’ottenimento del finanziamento l’avvio delle procedure per l’acquisizione delle stesse. In realtà la disponibilità concreta e l’indicazione esatta del sito sono requisiti importanti ai fini del finanziamento del progetto preliminare; pertanto, l’indicazione nel progetto di un sito ancora da acquisire, oltre che necessita della conferma delle caratteristiche soggettive e oggettive del sito affettivamente acquisito, espone il progetto a difficoltà nell’iter di approvazione.

Ma a parte gli aspetti formali vi sono ulteriori elementi sostanziali che meritano un approfondimento. Lo studio preliminare è stato fatto dalla stessa società che deve realizzare e gestire l’impianto, una circostanza davvero singolare. A fronte di questa evidenza siamo d’accordo con la perplessità espressa dai residenti, riuniti in comitato, circa l’opportunità di una approfondita verifica sul fatto sia stata effettivamente applicata adeguata tecnologia sul punto cruciale del controllo delle emanazioni (ovvero la grande puzza) che come è noto può essere il “tallone di Achille” di impianti di compostaggio malfatti e malgestiti.

Oltre alle possibili molestie olfattive, l’impianto suscita forti perplessità per la localizzazione nei pressi di abitazioni. Oltre al pericolo miasmi, occorre valutare bene lo smaltimento delle acque di processo e meteoriche che potrebbero comportare danni agli acquiferi in quanto l’impianto sarebbe situato in prossimità di un fosso di raccolta delle acque piovane. Ed ancora suscita perplessità la localizzazione dell’impianto nella Felciara, un angolo di natura incontaminato dove centinaia di cittadini di Scoppito, Sassa e Tornimparte trascorrono il loro tempo libero in mezzo alla natura praticando sport, passeggiano per il bosco, raccolgono funghi e piante officinali o coltivano gli orti. La vocazione dell’area non è industriale, ma spiccatamente naturalistico-ambientale, anche perché nei pressi insiste un importante stabilimento farmaceutico. E’ stato valutato nel progetto preliminare il possibile pericolo rappresentato da un impianto di compostaggio di siffatte dimensioni per le attività attuali e i futuri investimenti Sanofi Aventis? Si tratta ovviamente di un punto cruciale, poco dibattuto e per nulla approfondito.

Il Partito socialista italiano non è contrario in linea di principio alla realizzazione degli impianti di compostaggio, se ben progettati e correttamente gestiti, come elementi della politica di transizione ecologica e contributo alla diffusione dell’economia circolare. Ma nel caso dell’impianto di Tornimparte emerge anzitutto un errore di metodo, ovvero il mancato coinvolgimento della cittadinanza in un ampio dibattito che dovrebbe rassicurare con i fatti, e non con le chiacchiere, sulla mitigazione del rischio. Inoltre, nel merito, occorre una approfondita valutazione da parte di un soggetto terzo che esamini la rispondenza del preliminare alle vigenti normative, l’opportunità della localizzazione, la mitigazione del rischio e lo stesso dimensionamento dell’impianto che, come oggi configurato, andrebbe a servire un’area ben più vasta di Tornimparte e limitrofi come Scoppito e Lucoli. Delle due l’una: o l’impianto è palesemente sovradimensionato oppure lo scopo è quello di servire pure l’area aquilana. E se il compendio deve servire pure L’Aquila, perché non si concorda con Asm una diversa localizzazione più periferica e meno impattante?

La questione del compostaggio va affrontata a livello di ciclo integrato dei rifiuti, quindi di ambito, coinvolgendo una pluralità di comuni, realizzando un impianto che sfrutti economie di scala e valorizzi i vantaggi offerti da altri sistemi (come il compostaggio di comunità) che riducano a monte i conferimenti, evitando le esternalità negative degli stessi.
Sono troppi ed importanti i punti da chiarire. Come Psi invitiamo pertanto il Comune di Tornimparte a “fermare le macchine”, ad aprire un serio confronto con la comunità e a conferire senza indugio all’Università dell’Aquila un incarico per una valutazione più approfondita della questione che tenga conto degli aspetti problematici qui assai sinteticamente elencati.


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