Gran giorno questo 7 luglio 2012: è stata riaperta al culto, e agli aquilani, la chiesetta della Madonna Fore.
Con gli amici della arciconfraternita, in attesa dell’arrivo delle autorità, in un momento di esaltazione collettiva, ci dicevamo: quale salotto più bello di questo all’Aquila?
Venti minuti, mezz’ora massimo di camminata e sei lì, di fronte a questo scrigno di spiritualita, di tenerezza. La chiesetta parla al cuore di chiunque, offre rifugio e serenità, un po’ d’acqua che è fresca anche in queste giornate di afa, caronte e minosse compresi.
Benvenuto e bentornato, a te che da generazioni solchi questi sentieri, a te che sei qui per la prima volta, e resti senza fiato, ad ammirare la bellezza, l’incanto di questo luogo.
Il primo pensiero che prende, è quello di un altro piccolo, ma grandioso, passo in avanti verso il recupero delle nostre tradizioni identitarie.
La Madonna Fore: generazioni di aquilani hanno fatto quel paio di chilometri; lì stavamo pure quel tragico 5 aprile del 2009.
No, non sono i pensieri tristi che devono avere il sopravvento; oggi diciamo che grazie all’impegno “deji quatrani” della confraternita, con in testa l’infaticabile Sergio Passacantando, si riparte, si ricomincia. E grazie certamente alla Fondazione della Cassa di Risparmio, che miglior regalo alla città e agli aquilani non poteva fare.
Prima di Natale del 2010 chiamai Sergio, per chiedergli se, come sempre, il pomeriggio del 24 si sarebbe ripetuto il rito della messa alla chiesetta; la risposta mi gelò: no, Totò, ancora non ci danno il permesso, è ancora inagibile!.
Preso dallo sconforto, un po’ blasfemo, scrissi un articolo dal titolo “Cristo all’Aquila non rinasce!”
Oggi si torna, si recupera un altro pezzo dell’Aquila, di aquilanità, quella sana, vera, bella.
“Le scampagnate belle a santa lia, quelle de pile, quelle de santu giulianu………”; abbiamo intonato questa nenia decine di volte, in questi anni che ci separano dal sei aprile 2009, l’abbiamo fatta ascoltare a tutto il mondo, ha caratterizzato la nostra condizione attuale di cittadini alla ricerca, alla ridefinizione di quella nostra identità che ha subito una profonda frattura oltre tre anni fa.
Quest’anno Cristo rinascerà anche all’Aquila, alla Madonna Fore; torneremo a cantare “tu scendi dalle stelle”, mentre scenderemo verso casa dopo la celebrazione della messa…torneremo a casa, per chi ce l’ha, e saremo vicini a chi ancora aspetta di tornarci. Tutti insieme aspetteremo la ricostruzione e la rinascita della nostra città.
Con questa meravigliosa giornata, possiamo ricominciare a salire i sentieri di quell’area storico naturalistica e paesaggistica di grandissimo interesse, anche scientifico, archeologico, dotata di un ricchissimo sistema di antichi percorsi, accessibile e fruibile da tutti, uomini e donne, ragazzi e anziani, con decine di mete da scegliere e da raggiungere: fonte Cacio, la rocchetta, dove trovi le testimonianze della civiltà pre italica, una vecchia torretta di osservazione posta a presidio dell’Aquila, poi vai su per la crocetta, e se ce la fai ancora sali fino a monte Pettino, che pure sono quasi 1200 metri!; poi riscendi per i piani di cacio, fai una piccola deviazione fino alle prime case di Collebrincioni, riscendi i costoni e arrivi “ ajiu passu dejiu lebbre”; lì poi scegli, se tornare alla Madonna fore, se riscendere a S.Giuliano oppure alla Cona.
Quante camminate, quanti chilometri; se reggevano le gambe, e l’età lo consentiva, riuscivi ad arrivare fino al convento di S. Nicola, ad Arischia; con quanti meravigliosi amici, spesso cantando le vecchie canzoni che gli aquilani intonano in montagna.
Un po’ prima del terremoto ci ha provato il fuoco a distruggere questo pezzo di paradiso, ha persino lambito la chiesetta; e mai siamo stati più felici di aver fatto fare i lavori di messa in sicurezza dell’area, compreso l’adeguamento del sentiero, cosa che ha permesso ai pompieri di arrivare con i mezzi pesanti e spegnere l’incendio che stava prendendo la chiesetta.
Sono ancora visibili le ferite del fuoco, ma questo angolo dell’Aquila conserva tutto il suo prezioso patrimonio di integrità. Il suo paesaggio sorprende ancora il visitatore che si affaccia all’area per la prima volta, e non si fatica molto a spiegare il perché del legame della Madonna fore con gli aquilani, quel grande patrimonio, da salvaguardare, soprattutto perché rappresenta l’immagine storica del lavoro di generazioni: i muretti a secco che fanno da cornice ai sentieri sono la migliore testimonianza del fatto che quel paesaggio è la nostra identità, la nostra cultura, è l’amore per la nostra terra, per le nostre tradizioni.
Quella di oggi è una giornata liberatoria: è riaperta la chiesetta della Madonna Fore!
In un momento difficile per la città e il suo territorio, quando la confusione sembra avere il sopravvento sui progetti e sui disegni per il recupero dell’Aquila;
quando per la maggior parte dei cittadini la vita è imprigionata nell’incertezza e al futuro non si pensa nemmeno, tanto è triste dover sopravvivere con il presente, sapere che possiamo tornare alla Madonna Fore, è di grande consolazione per noi tutti, per la nostra collettività disgregata e dispersa, per le tante persone che soffrono perché faticano a ritrovare motivi di unità e di coesione, che vedono lontano il tempo di una vita serena e dignitosa, ma che non vogliono indulgere alla rassegnazione e all’oblio.
Queste persone, gli aquilani, ovunque è comunque collocati, io invito a ricominciare a fare “le scampagnate belle” alla Madonna Fore: è un buon viatico per fare un pieno di energia positiva, recuperare il cammino alla speranza, aiutandoci l’un l’altro a ritrovare e rinnovare le ragioni identitarie che ci fanno essere cittadini dell’Aquila. Aquilani.
di Totò Di Giandomenico
Cittadino senza città