L’AQUILA – Il Sabato del Villaggio non esiste più. Con lo smart working, la didattica a distanza e il copri fuoco, i giorni si susseguono apparentemente senza differenze ma in un crescendo di persone positive al Coronavirus. Non sappiamo più se è lunedì o giovedì, e il sabato e la domenica per molti non sono più un’occasione di svago.
“Ho 30 anni e sono depresso. Lavoro tutti i giorni dal lunedì al venerdì, prima non vedevo l’ora che arrivasse il sabato per farmi un aperitivo, andare a cena fuori e poi a ballare, ora al massimo gioco alla Play con gli amici. E’ frustrante alla mia età ed immagino sia ancora peggio per i ragazzi più piccoli di me che sono stati privati della leggerezza dell’adolescenza. Passeggiando per la città, le strade sono tutte deserte. E’ avvilente!”
diceva così la voce di un ragazzo alla radio qualche giorno fa.
Sono questi gli effetti del secondo lockdown che ha confermato molte delle privazioni stabilite nel primo.
La paura di viverne un terzo è ormai pura fobia, soprattutto per i più giovani. Un Sabato lontano da quello del Villaggio raccontato da Leopardi, dove la monotonia della routine settimanale veniva abbandonata nel giorno di festa, il sabato. Poi, la domenica, tornava le tristezza pensando al nuovo inizio settimana e quindi al lavoro.
Il pessimismo del Poeta torna attuale nei giorni d’oggi, ma con un pizzico di amaro in più. Se prima i giovani potevano ricaricarsi nel fine settimana, ora sono avviliti rimanendo chiusi in casa o comunque limitati dal copri fuoco. E’ sempre più evidente l’esigenza di ritrovare la benefica alternanza tra i diversi giorni della settimana, e soprattutto vivere un giorno in cui si possa ritrovare la convivialità con amici e parenti.
Poi, basta un via libera quando la situazione epidemiologica sembra attenuarsi, che i giovani si riversano subito nelle strade creando assembramenti e nuove occasioni di contagio. Un circolo vizioso che alterna lunghi periodi di zona rossa a qualche giorno in zona gialla.
Con l’aumento dei contagi dopo le vacanze di Natale, sembra ancora lunga la strada da percorrere per arrivare in zona bianca. Ma il bene comune e la salute sono sempre al primo posto. “Rimaniamo distanti oggi per abbracciarci con più calore, per correre più veloci domani. Tutti insieme ce la faremo”, diceva il premier Conte quasi un anno fa.