Il pianto del Coccodrillo

di Redazione | 24 Luglio 2020 @ 06:24 | GHINO DI TACCO
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“Chiedevo di accelerare sul processo e la sentenza” e pubblicavo la mia richiesta su un quotidiano online locale.

Lo sfogo del ‘Coccodrillo’, pensate, avveniva nel lontano 2015 e quel fatto è all’ordine del giorno, oggi, ormai cavallo di battaglia politico-mediatica, visto che qualche giorno fa è stato celebrato il processo. Tutti assolti ed ora aspettiamo le motivazioni della sentenza.

Peccato, però, che la memoria di Cialente, il Coccodrillo, sia cortissima e si fermi al 2015. Quella stessa giustizia rapida che lui invocava urbi et orbi mediaticamente, non andava reclamata, però, per le vicissitudini giudiziarie degli anni ’90, dove gli spettri del malaffare avevano origine dalle denunce dell’opposizione. Così, come mai, si è dato risalto alle spese sostenute dal Comune di L’Aquila per gli avvocati che difesero gli amministratori di allora, su inchieste partite, sempre, per esplicita denuncia delle opposizioni di allora. Si tratta di ben 4 milioni di euro di soldi pubblici, pagati dal Comune per le competenze ai difensori degli ex-amministratori, tutti assolti.

Le pagine dei giornali dell’epoca, ma anche quelli di oggi, accendevano i riflettori sui fatti oggetto delle denunce, esprimendo prese di posizione e pregiudizi, fermo restando, poi, a processi ultimati, mai riportare l’assoluzione dei malcapitati amministratori con la stessa risonanza mediatica.

Oggi, Cialente, ci ricorda le sue dichiarazioni del 2015, ma poco dice sulle vicende ‘suggerite’ alle persone coinvolte nel Do ut des, stretti collaboratori nella sua Amministrazione. Con senso di responsabilità politica c’era necessità assoluta che lasciassero ogni carica, per non turbare l’andamento della sua specchiata amministrazione.

Oggi, rievocando quel tempo andato, fa come il Coccodrillo che prima mangia i propri figli e poi se li piange. 


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