traduzione di Emanuela Medoro – Il lobbista, come Philip Morris, ValuJet e la World Wrestling Federation, è morto oggi. Aveva 150 anni, più o meno un decennio, vittima di peggioramenti e modifiche inesorabili. I contrari, che credevano che egli troppo spesso abusasse del diritto di petizione al governo per porre riparo alle rimostranze, hanno accelerato la dipartita.
L’apogeo del lobbista arrivò durante i primi anni del 2000. Si trovò felicemente in attivo poiché il governo federale cresceva, i marchi del congresso proliferavano e le due guerre oltremare richiedevano i servizi completi degli imprenditori della difesa. Lavorava per tutti – per coloro che abbracciavano gli alberi, per i minatori del carbone, stati, chiese, pacifisti e guerrafondai.
Nel 2010, guadagnava $ 3.55 miliardi a Washington, da solo, più che mai.
Ma il lobbista sentì la malattia avvicinarsi.
Il governo qualche volta lo mise in carcere. Gli amici al Congresso lo bloccavano offrendogli da mangiare e da bere. Il presidente lo evitava, senza dargli lavoro o riparo. Il sangue della vita gocciolava dalle sue tasche in quantità allarmante.
Lì, nelle targhe dei posti più potenti- Akin Gump Strauss Hauer & Feld; Brownstein Hyatt Farber Schreck, Cassidy & Associates,, the Podesta Group, il riferimento al lobbista fu spostato o cancellato. Spesso, al suo posto: “Professionisti degli affari federali”, “Professionisti delle comunicazioni strategiche”, “Avvocato”, “Consigliere”.
Tuttavia durante i suoi ultimi giorni, il lobbista ebbe la speranza di una vita nuova.
Un vecchio lobbista non muore mai, pensò. Semplicemente cambia nome.
La dichiarazione ufficiale della morte del lobbista è arrivata oggi al Washington Court Hotel durante l’incontro annuale della American League of Lobbyists, da oggi in poi nota come Association of Government Relations Professionals.
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