Il Coronavirus impedisce i funerali ma sconfigge la burocrazia

di Marco Signori | 19 Marzo 2020 @ 07:22 | ATTUALITA'
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L’AQUILA – “I familiari purtroppo ci rimangono male, ognuno comprensibilmente vorrebbe rendere omaggio al proprio congiunto nella maniera più consona, tradizionale, con l’affetto di quante più persone possibili. Però”, svela Giacomo Taffo, dell’omonima azienda funeraria dell’Aquila, “in questa emergenza c’è un risvolto positivo”.

È la burocrazia, almeno per un attimo sconfitta dal Coronavirus: “Con il Comune stiamo lavorando attraverso comunicazioni via email – spiega a L’Aquila Blog l’imprenditore celebre per le campagne pubblicitarie di particolare effetto – , mentre prima quando ci occupavamo di un decesso dovevamo ritirare il certificato di morte in ospedale, portarlo all’ufficio di via Roma per l’atto di morte e infine all’ufficio cimiteri, in via XXV Aprile per ottenere l’autorizzazione al trasporto e al seppellimento”.

“Altre città hanno già semplificato, l’emergenza in atto è stata l’occasione per semplificare anche all’Aquila, speriamo che la procedura rimanga così anche quando tutto sarà finito”, aggiunge Taffo.

Il lavoro dell’azienda di servizi funebri, in ogni caso, procede regolarmente pur nel rispetto delle restrizioni imposte dal decreto dell’11 marzo: “Sin dal momento in cui riceviamo la telefonata del cliente comunichiamo che il defunto va portato direttamente al cimitero, dove il prete dà una piccola benedizione alla presenza di pochi familiari”.

“Come si fa a far sì che siano davvero pochi e che mantengano le giuste distanze tra di loro? Beh questo è a discrezione del buon senso delle persone”, ammette Taffo, “anche sui manifesti funebri stiamo scrivendo che in ottemperanza al decreto non si svolgono cerimonie e la tumulazione avviene con la sola partecipazione dei familiari più stretti”. 

Prescrizioni rispettate alla lettera anche dagli operatori dell’azienda: “Il personale indossa la mascherina, sul carro il secondo operatore si posiziona sul sedile posteriore e non accanto al guidatore, gli operatori sono tutti dotati dei dispositivi individuali di protezione e abbiamo anche le tute intere da utilizzare in casi di decesso per Coronavirus, che per il momento per fortuna all’Aquila non si sono registrati”.

“Non abbiamo delle linee guida che ci dicano se il virus resta nel corpo del defunto o muoia con lui, probabilmente ancora non si sa, non sapendolo conviene essere cauti”, aggiunge.

La cautela è d’obbligo, se si considera anche il rischio contagio che potrebbe esserci in occasione di un funerale particolarmente affollato, com’è avvenuto in provincia di Foggia, dove – ricorda il giovane imprenditore aquilano – la procura ha aperto un’inchiesta per diffusione colposa di epidemia dopo che per la morte di un 75 enne contagiato da Coronavirus è stato organizzato un rito al quale hanno partecipato centinaia di persone, alcune delle quali già in quarantena.


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