di Matilde Albani, L’Editoriale – Il Consigliere comunale una volta, era colui che svolgeva una sorta di missione umanitaria, praticamente gratis. Oltre alla gloria, questa veste istituzionale, serviva anche per costruire qualche parrocchia, ma senza ingorde bramosie come oggi. Fare il consigliere comunale, è diventato meglio del posto fisso.
Non devi rendere conto a nessuno in particolare, ti permette di rimanere sempre aggiornato sugli accadimenti della città, ti fa entrare nei giri che contano ma soprattutto nell’agone politico di ogni trattativa. Dalle variazioni urbanistiche ai lavori pubblici, dalla cultura all’associazionismo. Se da consigliere comunale della Giunta Cialente, non hai aperto bocca in un anno e mezzo, nessuno potrà mai rimproverarti o fartelo notare, soprattutto quelli che ti hanno votato, ai quali, oramai, non interessa più il tuo rendimento. Le valutazioni di merito o meno, diventano solo “cicaleggio” tra i vari gruppi, ma non esiste, di fatto, uno strumento che faccia luce sulla reale produttività di ciascun singolo consigliere del Comune.
Terreno di scontro e di interesse, diventano, invece, le commissioni consiliari che insieme alle presenze del Consiglio Comunale, a fine mese possono garantire alla costellazione dei monogruppi, un dignitoso di stipendio di circa 1.102,91 euro, che è il tetto massimo pagabile dall’ente. A differenza di Regione e Provincia, gli emolumenti del consigliere comunale vengono calcolati attraverso i gettoni di presenza ( 80,10 euro lordi) che al netto si attestano intorno ai 50 euro sia per la seduta consiliare che per la commissione, niente male per un impegno che si riduce talvolta ad una alzata di mano con fuga. Nei mesi balneari di luglio ed agosto, quando non si “produce” molto, il Comune liquida cifre che si attestano intorno massimo a 700 euro per consigliere. Gennaio 2013,invece, è stato il mese più costoso, quello in cui l’ente ha pagato circa 25.508 euro sui 27.714,60 maturati. Nella top di chi ha superato i mille euro troviamo: Vito Colonna, Raffaele Daniele, Adriano Durante, Daniele Ferella, Emanuele Imprudente, Giuseppe Ludovici, Angelo Mancini, Pierluigi Mancini, Giustino Masciocco, Stefano Palumbo, Enrico Perilli, Roberto Tinari ( quando non era ancora assessore provinciale) ed Enrico Verini , per una cifra media di 1.102, 91 euro. Somme non certo paragonabili alle vacche grasse di altre amministrazioni, ma che, nel nostro orto aquilano, fanno la loro parte. Le cifre sono sicuramente proporzionate per quelli che lavorano con dedizione, che studiano, che conoscono la materia, che si informano, ma soprattutto leggono le “carte”.
Ce ne sono diversi, troppo pochi però, di fronte al mucchio. Di alcuni di loro, ancora non si conosce la fonetica, di altri ignoriamo interventi in aula se non risate grasse o grida da stadio. Ne abbiamo parlato con un ex Sindaco della città, Biagio Tempesta, mentre nella prossima puntata entreremo nel dettaglio dei virtuosi e non, partendo dalle cinque commissioni consiliari… l’intervista a Tempesta..
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Servizio e testo Matilde Albani, riprese Elisabetta Di Giorgio