Il BiblioCai fa rivivere la storia del Club Alpino Italiano dell’Aquila

di Isabella Benedetti | 28 Giugno 2023 @ 05:27 | Punti di svista
Club Alpino Italiano dell'Aquila
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Sembra una scena descritta da Dino Buzzati, con il “postale” che arranca su per la montagna, sbuffando ad ogni tornante. Invece, è uno dei tanti resoconti contenuti nei bollettini della sezione del Club Alpino Italiano (CAI) dell’Aquila.

Le escursioni, nel 1924, cominciavano così, con l’iscrizione alla gita di appassionati montanari, nonché “di signore e signorine” presso la farmacia Sericchi o l’Albergo Roma e con l’avvicinamento al punto di partenza dell’escursione in autobus. In alternativa, si utilizzava il treno, quando le passeggiate interessavano Monte Calvo e la dorsale reatina. Lo raccontano i bollettini del CAI del periodo che va dal 1924 al 1932. I mezzi di trasporto erano esigui e la montagna era quella di “prossimità”, più fredda di quella di ora, perché non conosceva l’isolamento termico del Gore-Tex, ma solo la lana ruvida e spessa di maglioni e calzettoni. Soprattutto, la montagna allora era meno affollata. Il rumore di pochi passi e il suono di poche voci svegliava l’eco di valli incontaminate. Negli annuari del CAI aquilano veniva annotato di tutto: ogni singola gita, ogni escursione alpinistica, ogni attività di sezione. La portata dei bollettini era ampia, fin dalla loro prima uscita, nel 1865, se ne riconosceva un significativo valore scientifico. L’alpinismo non era solo “palestra” per sani esercizi, ma campo inesplorato di ricerche “fisiologiche, mineralogiche, e glaciologiche”. Nei bollettini c’era ancora di più. C’era il racconto di una città, la fotografia di una società che è man mano cambiata nel tempo. Ogni tanto, fra schemi di equipaggiamento alpinistico, resoconti di assemblee, aneddoti vari, spunta fuori il racconto di feste da ballo, organizzate presso la Sala Baiocco. Serviva a far conoscere il club e la sua attività, e ad incentivare e incrementare l’ingresso di nuovi soci.

Il grande libro dei bollettini CAI sembra un testo sacro della montagna, e sfogliandolo si legge l’orgoglio di un tesseramento che cresce negli anni. Dalla fondazione, nel 1874, il Club Alpino dell’Aquila ha annoverato fra i suoi soci nomi di spicco nel mondo alpinistico e culturale, che hanno lasciato testimonianza del loro passaggio. La biblioteca della sezione del CAI, intitolata al Professor Carlo Tobia, nasce così, raccogliendo gli scritti di tutti e le donazioni librarie effettuate nel corso degli anni. Esperienze, conoscenze, si sono sedimentate e stratificate come rocce, trasmettendo un patrimonio di “sapere”, ma soprattutto di passione. Sono oltre 4000 i volumi custoditi nella biblioteca, fra: monografie, carteggi, libri di vetta e di rifugio. Calarsi in queste letture è effettuare un viaggio emozionante a ritroso nel tempo. Nel capitale librario del club si annoverano anche i numerosi e pregiati volumi del Gruppo Speleologico Aquilano. Il Gruppo si è sciolto, ma i testi, ricchi di studi del mondo del sottosuolo, sono scrupolosamente conservati in una speciale sezione. Oltre all’eredità libraria di Carlo Tobia, altri hanno arricchito il patrimonio bibliotecario, come Stanislao Pietrostefani e Bruno Marconi che, negli anni della loro presidenza nel club, hanno scritto pagine importanti di vita sociale. Altri volumi sono stati acquistati grazie al contributo della L.R. 77/1998.

Il terremoto del 2009, che ha inevitabilmente prodotto danni alla sede del CAI, ha reso necessari lavori di ristrutturazione e creato sofferenza alla stessa biblioteca. “Ricollocare e ricatalogare tutti i volumi presenti in sede è stato un lavoro faticoso ed importante” afferma Valter De Santis, socio del CAI dell’Aquila e responsabile della biblioteca. “È stato fondamentale l’aiuto di volontari. Attualmente, giovani della Protezione Civile ci aiutano proprio in questa opera di catalogazione dei volumi. “BiblioCai” è una realtà in continua evoluzione, stiamo lavorando per implementarne la digitalizzazione.

Chiunque può venire in sede e consultare i testi disponibili o accedervi comodamente da casa. La biblioteca, da tempo, opera in sinergia con altre realtà analoghe realizzando interscambi e arricchendosi di contenuti”. La storica sede della sezione CAI dell’Aquila in Via Sassa 34 è stata restituita alla collettività dopo un bell’intervento di ristrutturazione. All’interno è stata allestita una parete artificiale di arrampicata sportiva, attigua proprio alla biblioteca, perché – come afferma Vincenzo Brancadoro, attuale presidente del CAI aquilano – “non si allenano solo braccia e gambe…”


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