A L’Aquila, dove il giro d’affari post terremoto, risiede in una sorta di sultanato invalicabile, quando un giornalista prova a denunciare il marcio facendo il cane da guardia (come dovrebbe essere di prassi), diventa una colpa.
Al primo cittadino dell’Aquila, noto per le sue sparate (“della mattina e del pomeriggio”, come afferma il Presidente Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Enzo Iacopino), nonostante abbia abbandonato la piazza virtuale di Facebook, sfugge un elemento fondamentale.
Avere rapporti con i giornalisti autonomi, non allineati, di parte, lo impone una buona trasparenza ammnistrativa, che in Comune non esiste. Per ordini superiori, a questa testata, è praticamente impossibile l’accesso agli atti e a tutto quello che occorre ad implementare articoli o inchieste giornalistiche.
Ogni giorno, incontriamo difficoltà, a quello che qualcuno vuole non si sappia.
“Il Presidente Nazionale dell’Ordine, attento alle questioni aquilane, dice che tutto rientra nel “copione” e che, spesso, sono gli stessi giornalisti a non dare notizie scomode”… Le interviste a Enzo Iacopino e Stefano Pallotta..
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Servizio e testo Matilde Albani, riprese Elisabetta Di Giorgio – L’Editoriale