I sindacati della polizia penitenziaria: “Carenza di personale in Abruzzo”
La richiesta al sottosegretario Sisto durante la sua visita alla Casa circondariale Le Costarelle di L'Aquila
di Francesco Simoni | 15 Dicembre 2021 @ 05:55 | ATTUALITA'
L’AQUILA – “Purtroppo il dato che è emerso e che abbiamo tenuto a rappresentare al sottosegretario è prorpio quello dell’ormai insostenibile carenza di personale negli istituti abruzzesi, i numeri che vengono fuori sono incredibilmente distanti dalle reali necessità lavorative delle carceri abruzzesi”.
Lo affermano i segretari regionali Nicola Di Felice dell’Osapp, Ruggero Di Giovanni della Uil Pa Pp e Alessandro Luciani della Sinappe, dopo l’incontro con il sottosegretario al ministero della Giustizia Francesco Paolo Sisto, in occasione della visita del parlamentare alla Casa Circondariale “Le Costarelle” di Preturo (L’Aquila).
Di Felice, Di Giovanni e Luciani hanno ricordato a Sisto che “leggendo i dati Dap, mancano nei vari istituti della regione Abruzzo 219 poliziotti penitenziari su un organico previsto di 1198 unità degli 8 istituti presenti, ovvero una carenza di personale pari a circa il 20%. Purtroppo nella realtà i dati ufficiali risultano distanti dalla realtà: in Abruzzo per poter garantire tutti i compiti assegnati ai poliziotti penitenziari occorrerebbe un incremento di oltre 400 agenti, cioè il doppio della carenza registrata dal Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, quindi la reale carenza di lavoratori in Abruzzo si attesta su una percentuale superiore al 40%. Ad oggi in Abruzzo si riesce a garantire il servizio minimo solo grazie all’abnegazione dei poliziotti penitenziari che si trattengono, più o meno volontariamente, ben oltre il proprio turno di servizio, arrivando perfino a svolgere 18 ore di lavoro al giorno, spesso senza nemmeno la possibilità di consumare un pasto caldo. Ma la preoccupazione maggiore è data dall’assoluta incongruenza del piano di assunzioni che, dati alla mano, non riuscirà nemmeno a garantire il turn-over dei pensionamenti: non abbiamo potuto fare a meno di chiedere al sottosegretario di farci sapere come viene immaginato il futuro della polizia penitenziaria”.
Per i rappresentanti dei sindacati Osapp, Uil Pa Pp e Sinappe il personale della polizia penitenziaria non lavora nei migliori dei modi. “Lo stress del lavoro correlato è già altissimo, la vita privata delle famiglie dei poliziotti penitenziari è condizionata in un modo che eccede qualsiasi limite tollerabile dal lavoro dei propri congiunti, continuamente richiamati in servizio senza tener conto dei tempi di recupero che per legge dovrebbero intercorrere tra un turno e l’altro, sovente senza alcun rispetto degli accordi pattizi da parte di molti direttori di Istituti penitenziari, impegnati su troppi fronti. Ricordiamo che i direttori degli Istituti gestiscono contemporaneamente la polizia penitenziaria, la popolazione detenuta, le attività trattamentali per i detenuti e tutta la parte economica delle carceri. Putroppo vediamo soccombere sempre e solo i diritti dei poliziotti penitenziari. Pochi sono gli interventi possibili nell’immediato, tra questi vi è sicuramente quello di ripensare alla posizione di una buona parte dei detenuti psichiatrici, che attualmente vengono gestiti, se così si può dire, nelle sezioni ordinarie a scapito del poliziotto di turno che si trova a dover essere poliziotto, psicologo, psichiatra, infermiere e qualsiasi altra figura si renda necessaria per gestire il detenuto psichiatrico. Abbiamo quindi chiesto all’onorevole Sisto di valutare un ripensamento dell’attuale gestione di questi detenuti, che non preveda che tale incarico ricada esclusivamente sulla polizia penitenziaria. Addirittura ad oggi perfino i malati che sono ricoverati nelle Rems senza necessità della custodia della polizia penitenziaria, diventano un nostro problema quando vengono ricoverati in reparti psichiatrici ospedalieri, ed all’improvviso diventa indispensabile la presenza di una scorta della polizia penitenziaria”.
Nicola Di Felice dell’Osapp, Ruggero Di Giovanni della Uil Pa Pp e Alessandro Luciani della Sinappe aggiungono: “Perfino l’organo di controllo e indirizzo, rappresentato dal Provveditore regionale Lazio, Abruzzo e Molise, Carmelo Cantone, si trova a gestire ben 4 regioni con diverse esigenze e diversi problemi che rendono quantomeno difficoltoso per il dirigente dare la giusta attenzione a tutte le direzioni, restituendo in alcuni casi una sorta di immunità a quei direttori che, più di altri, si rendono colpevoli di ‘disattenzioni’ verso i diritti dei lavoratori e che, con ogni probabilità, meriterebbero una maggiore attenzione da parte degli uffici superiori”.
Le organizzazioni sindacati della polizia penitenziaria concludono: “Riteniamo necessario che il Governo e l’amministrazione prendano posizione sui diritti dei lavoratori, avviando una campagna straordinaria di assunzioni ma ancor prima adeguando il carico di lavoro dei poliziotti penitenziari alla reale forza lavoro attualmente a disposizione, anche perché sta prendendo sempre più forma una sorta di guerra tra poveri che vede sindacati locali e dirigenti dei vari istituti affrontarsi in una lotta senza frontiere, portata avanti da soggetti chiamati a gestire istituti penitenziari strapieni di detenuti senza le necessarie risorse”.