di Antonio De Frenza, Il Centro – Accordo con le Regioni Lazio e Toscana. La spazzatura, circa 200 tonnellate al giorno, sarà trattata in due impianti abruzzesi e rispedita indietro. La regione assicura: misura temporanea .
Sembra di essere tornati al gennaio 2008, quando la Regione corse in soccorso di Napoli sommersa dai rifiuti e il governatore Ottaviano Del Turco faticò a convincere i sindaci, gli avversari politici e gli abruzzesi che era giusto aiutare il sindaco Iervolino in difficoltà. Il centrodestra si riunì in un bar di Teramo (c’erano Chiodi, Tancredi, De Matteis, Di Stefano) per condannare l’operazione, giudicata «schizofrenica» visti i problemi della regione con le proprie discariche, sempre a rischio saturazione.
Adesso è il centrodestra a correre in soccorso del sindaco di Roma Gianni Alemanno che da ieri si ritrova senza la disponibilità della discarica di Malagrotta, piena fino all’orlo. Ma questa volta non ci sarà polemica politica, perché l’operazione è benedetta dal potente governatore Pd del Lazio Nicola Zingaretti, che ieri ha ringraziato pubblicamente Gianni Chiodi ed Enrico Rossi, riconoscendone la «disponibilità politica» a «evitare il disastro e aiutare la Capitale in un momento così delicato».
Per il sindaco Alemanno si tratta di «un’ulteriore valvola di sfogo per gestire i rifiuti tal quali della nostra città e della Regione. Non dovrebbe essere necessario», ha precisato, «perché con l’ordinanza firmata ieri siamo in grado di gestire tutti i rifiuti del Lazio, ma in ogni caso è opportuno avere una soluzione di riserva per un quantitativo limitato».
L’operazione è dunque sensibilmente diversa da quella del 2008. In questo caso la spazzatura sarà prima dirottata nelle altre discariche della regione Lazio, e solo in caso di necessità portata fuori regione. L’Abruzzo si è detto disponibile assieme alla Toscana ad accogliere una parte dei rifiuti della Capitale, ma solo per trattarli (in due impianti, uno privato e uno pubblico, ha precisato ieri l’assessore regionale Mauro Di Dalmazio) e poi rispedirli nelle discariche laziali. L’emergenza e la disponibilità delle due Regioni potrebbe durare dai 15 ai 30 giorni e comportare un trasferimento di rifiuti dell’ordine di 200 tonnellate al giorno: seimila tonnellate in totale, meno della metà delle 15mila tonnellate napoletane.
L’accordo col Lazio è stato trovato in sede di conferenza Stato-Regione e ha registrato la netta contrarietà della Regione Lombardia: «Ogni Regione si paghi i propri debiti e si smaltisca i rifiuti», ha tagliato corto l’assessore lombardo al Bilancio Massimo Garavaglia. «In Conferenza delle Regioni i due presidenti non hanno fatto alcuna critica» ha aggiunto Garavaglia, «non hanno detto proprio nulla. A Toscana e Abruzzo va bene prendersi i rifiuti di Roma, a noi no».
Una posizione che Chiodi respinge nel nome della solidarietà istituzionale e civile: «Spero che la Lombardia non si trovi, un giorno, ad aver bisogno dell’aiuto delle altre Regioni. I problemi possono capitare a tutti e bisogna dare il proprio sostegno, bisogna farsene carico perché siamo una comunità regionale. L’Abruzzo», ha proseguito il governatore, «è consapevole che tra le Regioni debba esserci solidarietà, anche se costa sacrifici. Noi, in passato, ne abbiamo beneficiato. Nell’eventualità serva aiuto al Lazio in questo frangente siamo pronti al sostegno». Più tardi l’assessore Di Dalmazio ha precisato i termini dell’accordo: «La disponibilità espressa dal presidente della Regione Chiodi, a trattare una parte dei rifiuti di Roma per un periodo di tempo limitato è una disponibilità politica di massima, previa verifica delle quantità dei materiali, degli impianti abruzzesi e dei tempi. Lasciare sola Roma in un momento del genere sarebbe un danno incredibile per tutto il Paese e noi una minima disponibilità siamo in grado di garantirla. Trattandosi di Roma capitale sarebbe impossibile non dare la nostra disponibilità».