I prezzi crescono un po’ di meno, inflazione al 10,1%
di Alessio Ludovici | 06 Febbraio 2023 @ 05:06 | ATTUALITA'
L’AQUILA – Ce ne vuole per parlare di inflazione in netta attenuazione o per scrivere che scende l’inflazione. L’indice misurato dall’Istat segna un +10,1% su base annua. Vuol dire che rispetto a un anno fa le cose che compriamo tutti i giorni costano il 10% in più o che il nostro reddito ha un potere d’acquisto del 10% in meno. Un salasso, salutato dalle cronache nazionali come un’ottima notizia rispetto all’11% e rotti di dicembre. Nemmeno troppi anni fa se l’inflazione si avvicinava al 2% si riunivano d’emergenza ministri, Bankitalia e chi più ne ha più ne metta. Al 3% sarebbero venuti giù i governi di mezza Europa. Oggi un 10,1% anziché un 11,2% è presentato come una discesa dell’inflazione. Sarà.
Secondo le stime preliminari dell’Istat, nel mese l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% su base mensile e del 10,1% su base annua (livello che non si registrava da settembre 1984), dal +11,6% nel mese precedente. La flessione si deve principalmente all’inversione di tendenza su base annua dei prezzi dei Beni energetici regolamentati, le tariffe (da +70,2% a -10,9%) e al rallentamento di quelli degli Energetici non regolamentati (da +63,3% a +59,6%), degli Alimentari non lavorati (da +9,5% a +8,0%).
L’Istat, intanto, ha rivisto, come di consueto a inizio anno, l’elenco dei prodotti che compongono il paniere di riferimento per la rilevazione dei prezzi al consumo, aggiornando contestualmente le tecniche d’indagine e i pesi con i quali i diversi prodotti contribuiscono alla misura dell’inflazione.
Nel paniere del 2023 figurano 1.885 prodotti elementari (1.772 nel 2022). Tra le new entry la visita medica sportiva dal privato o la riparazione degli smartphone e l’acquisto di apparecchiature audio intelligenti. Ma entrano anche prodotto di consumo più consolidati, il tonno pescato ad esempio o massaggi estetici.
