Riceviamo e pubblichiamo da Ettore Di Cesare (Candidato Sindaco Appello per L’Aquila) – «Troppo facile dare la colpa al terremoto, ancora di più definirli “cafoncelli di periferia”.
Nel week end pasquale MTV ha trasmesso un documentario sull’Aquila. Protagonisti adolescenti con “il terremoto dentro”. Fra tutte le storie raccolte una ha ferito e indotto alla riflessione, è quella di un sedicenne che trascorre il suo tempo libero fra Aquilone e McDonald’s.
Basta andare lì, nel centro commerciale, per vedere in diretta certe scene, parlare con i commercianti e conoscere il loro fastidio nel doversi confrontare ogni giorno con adolescenti annoiati.
Ricordano il centro storico, i ragazzi nel filmato e dicono di voler fuggire dall’Aquila. Nasi storti e condanne per atti di arroganza e microvandalismo da un lato, tentativi di minimizzare dall’altro: “So’ quatrani…”, è vero, ma è anche l’occasione buona per avviare una riflessione seria, un discorso che li veda non solo oggetto di analisi, ma finalmente protagonisti.
Vogliono tornare in centro, i ragazzi. Lo hanno detto gran voce. Non basterà questo, certo…ma offrire loro delle risposte potrebbe essere utile per avviare un percorso nuovo.
Dov’è il tendone promesso a febbraio 2011 ai ragazzi del Liceo Classico durante un incontro al quale parteciparono Mancini, De Matteis e Pezzopane? I vandali non sono i ragazzi, vandalico è il degrado, la bruttezza con cui convivono da tre anni, senza un’alternativa, senza una spinta a guardare oltre le macerie, a immaginare un futuro, una nuova città. Non solo il brutto quotidiano, quanto la mancanza di ascolto, di partecipazione, di condivisione di sogni e speranze hanno prodotto noia e arroganza. Insegnanti e le famiglie, è evidente, non possono agire da sole in questo percorso di educazione. Le istituzioni devono offrire opportunità ai giovani ascoltarli e coinvolgerli nelle scelte che li riguardano.
È un primo e necessario passo affinché sentano come propria una città da custodire e rivitalizzare.
Se nessuno pensa a loro, se l’amministrazione è sorda a ogni richiesta di partecipazione, alcuni ci pensano da soli e per questo qualcuno viene processato. Si ignora che quei ragazzi non riempiono solo spazi lasciati colpevolmente vuoti e inutilizzati dalle istituzioni, riempiono anche i vuoti sociali causati dalla cattiva politica».