Goffredo Palmerini e ‘Il mondo che va’
di Cinzia Scopano | 14 Dicembre 2022 @ 06:00 | CULTURA
L’AQUILA – “I volumi di Palmerini sono oramai un appuntamento irrinunciabile. Sono la sintesi di un’attività frenetica che la sua vivacità culturale e il suo amore per una storia di amarezze e di glorie, quale quella dell’emigrazione, hanno saputo tessere con capacità organizzative rare e risultati positivi acclarati”.
È quanto si legge sulla presentazione, a firma del giornalista Mario Narducci, dell’ultima fatica di Goffredo Palmerini, il volume ‘Il mondo che va‘, edito da One Group e presentato ieri pomeriggio all’ auditorium dell’Ance.
Insieme all’autore, la giornalista e scrittrice Giovanna Chiarilli; il giornalista e scrittore Angelo De Nicola e la presidente di One Group Francesca Pompa, moderati dalla giornalista Michela Santoro.
Ad aprire l’evento, il Coro della Portella diretto dal maestro Vincenzo Vivio.
‘Il mondo che va’, è un florilegio di articoli che Palmerini ha scritto da gennaio 2021 ad aprile 2022.
“Sfilano, come in una galleria, i ritratti degli amici, le partecipazioni ai tanti premi letterari che continuano ad avere Goffredo tra i nomi eccellenti dei giurati; le riflessioni sui libri appena pubblicati, analisi, ricordi, osservazioni.
C’è anche una specie di diario personale, a cuore aperto, in cui Palmerini ricorda amici scomparsi da poco e affida alla pagina e alla scrittura il compito di eternare questi ritratti: aggiunge sempre un dettaglio, una parola, una circostanza, un’espressione sentita per l’amico scomparso che ci fa sentire la vicinanza emotiva, la partecipazione, la tenerezza amicale”, scrive la professoressa Patrizia Tocci nella presentazione.
Un viaggio lungo poco più di un anno, raccontato con garbo e grazia e con l’attenzione di chi è consapevole di consegnare al lettore un piccolo pezzo di storia della nostra comunità, un ‘mattone’ come direbbe lo stesso Palmerini, alludendo al fatto che la comunità si costruisce con l’apporto di tutti, mattone dopo mattone.
“Ogni libro è come un figlio – aggiunge l’autore – a cui si affidano speranze, a cui si affida il futuro. La memoria dà il senso ad una comunità della propria essenza. La mia è un’attitudine a non disperdere la memoria anche attraverso il racconto di personaggi insigni per la nostra città e per l’Abruzzo intero”.