di Fausto Corti – Si farebbe un grave torto alla nostra Città se si dimenticasse la vicenda dell’accordo elettorale tra FLI e PD emerso nel corso della campagna elettorale. Riassumiamo i fatti per come emergono dai documenti e sono stati descritti dai protagonisti.
Prima delle votazioni (è fondamentale il prima) viene stipulato un contratto con cui FLI si impegna ad appoggiare Cialente al ballottaggio in cambio di cariche politiche, posti di lavoro ed incarichi professionali. Saltato l’accordo dopo il primo turno per l’opposizione delle liste che lo hanno appoggiato ufficialmente, Cialente per “tranquillizzare” Verini e Faccia gli promette una serie di incarichi ben remunerati (come lo stesso Cialente tiene a sottolineare). La cosa è di per sé scandalosa, poiché dimostra come il PD consideri la cosa pubblica come una sua proprietà di cui può fare commercio per ottenere consenso elettorale.
Ma ciò appartiene alle normali prassi di una casta di professionisti che ha fatto della politica la sua fonte di reddito. Quello che, viceversa, risulta inaccettabile è il fatto che l’accordo tra FLI e PD sia intervenuto prima delle elezioni e che sia stato nascosto agli elettori che (come dichiarato dai diretti interessati) fin dal primo turno FLI appoggiava Cialente il quale ne costituiva l’effettivo candidato.
Al di là dei suoi aspetti grotteschi – si pensi solo ai faccia a faccia tra Verini e Cialente – ciò comporta che tutti quanti noi siamo stati chiamati a partecipare a delle elezioni falsificate, poiché quanto ci è stato rappresentato (ossia che FLI e PD erano forze politiche antagoniste) era diverso dalla realtà delle cose.
Un simile comportamento ha compromesso il diritto degli aquilani ad una consapevole determinazione del loro voto ed a partecipare ad elezioni trasparenti il che mette in discussione la dignità di Cialente a rivestire la carica che gli è stata affidata. E’ bene che lo ricordiamo tutti.