Il giornalista di “La Repubblica” Giuseppe Caporale attraverso il suo profilo facebook dà notizia dell’archiviazione del procedimento per la querela che Massimo Cialente aveva sporto verso di lui «…Dicevo…Il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente (Pd) mi aveva querelato per diffamazione due anni fa. La procura, valutati i fatti, aveva chiesto l’archiviazione.
L’avvocato del sindaco si era opposto.
Ora si è pronunciato il gip (giudice per le indagini preliminari) che ha definitivamente archiviato e stabilito che il mio articolo era, semplicemente, diritto di cronaca».
I fatti sono quelli relativi alla presenza del sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, e dei suoi familiari nel residence Borgo Il Castello a Tortoreto Lido di cui fu data notizia da vari quotidiano anche nazionali come “La Repubblica” e “Il Giornale”. Notizia però smentita dal primo cittadino che aveva anche querelato i giornalisti che si erano occupati del caso Giuseppe Caporale ( La Repubblica), Gian Marco Chiocci e Massimo Malpica ( Il Giornale) e nei confronti dei rispettivi Direttori e vice Direttori responsabili. Già qualche mese fa era stata chiesta l’archiviazione del caso dal Pm David Mancini che sottolineava che i fatti raccontati dai giornalisti erano veri «È vero – scriveva il magistrato – che il gruppo familiare del sindaco (sette le famiglie imparentate con il primo cittadino), insieme ad altre persone, è stato accolto in strutture ricettive, anche di livello superiore alla media. È altresì vero che i proprietari del residence di Tortoreto hanno ricevuto affidamenti di lavori in deroga, seppure in ciò non è rilevabile alcuna violazione in capo al sindaco o in capo a terzi».
Ed inoltre i il primo cittadino risultava aver alloggiato al camping Lido d’Abruzzo di Roseto dall’8 aprile 2009 al 25 maggio 2009 e fino al mese di ottobre dello stesso anno aveva soggiornato nel residence. «Entrambe le strutture ricettive – aveva già evidenziato il pm – hanno fatturato la presenza quotidiana della persona di Massimo Cialente oltre che dei suoi familiari, salvo restituire alcune somme di denaro con apposite note di credito. I gestori, non potevano non sapere che il sindaco si trovasse all’Aquila e non presso le loro strutture, ragion per cui non avrebbero dovuto fatturare». Denaro che sarebbe stato restituito asseriva il pm «senza però specificare se si riferissero anche alla persona del sindaco dell’Aquila». Stessa operazione adottata dal camping di Roseto. «Si possono profilare – aveva il pm – dibattiti in tema di opportunità, ma trattasi di considerazioni attinenti alla politica, dal versante degli amministratori, in ordine ai quali è ammissibile la critica politica dal versante dei giornalisti».