Garante Privacy: non dire troppe cose al tuo smart assistant

di Redazione | 01 Aprile 2020 @ 10:41 | TECNOLOGIA E INNOVAZIONE
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Il Garante della Privacy ha pubblicato una serie di consigli in merito alla protezione dei dati. L’assistente digitale (o smart assistant) è un programma che interpreta il linguaggio naturale tramite algoritmi di intelligenza artificiale ed è in grado di dialogare con gli esseri umani al fine di soddisfare diversi tipi di richieste (ad esempio: rispondere direttamente a  richieste di informazioni, fare ricerche su Internet, ricercare e indicare percorsi stradali, ecc.) o compiere determinate azioni (ad esempio: fare un acquisto online, regolare la temperatura o l’illuminazione di un’abitazione, chiudere o aprire serrature di case o automobili intelligenti, attivare elettrodomestici come la lavatrice, ecc.).

Questa tecnologia è ormai molto diffusa e viene installata su vari dispositivi (la troviamo nei nostri smartphone, nelle auto, nelle case sotto forma di “altoparlanti intelligenti”).

Gli assistenti digitali possono raccogliere e memorizzare una grande quantità di dati personali – non solo relativi all’utilizzatore diretto, ma a chiunque si trovi nello stesso ambiente – riguardanti, ad esempio:

• scelte, preferenze e abitudini relative a stili di vita, consumi, interessi, ecc.;

• caratteristiche biometriche, come ad esempio quelle della voce e del volto, se dotati di videocamera;

• geolocalizzazione (posizione, percorsi abituali o frequenti, domicilio, indirizzo del posto di lavoro, ecc);

• numero e caratteristiche (età, sesso, ecc.) delle persone che si trovano nell’ambiente in cui operano;

• stati emotivi.

E’ quindi opportuno  cercare di fare un uso informato e consapevole di questi strumenti, per tutelare in modo adeguato i nostri dati personali e quelli di tutte le persone che entrano, volontariamente o meno, nel campo di azione degli assistenti digitali.

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