
Carissimi,sono nato il 18 dicembre 1939 ad Assergi e mi ricordo bene una nottata passata sotto una grotta negli orti dei Medoro sotto le mura della piazza.Ricordo, scappando giù, nei dintorni dell’orto di zio Silvestro (nonno di Emanuela) quando persi una scarpa, ci fermammo per ritrovarla nel buio e ricordo bene le parole di mamma: “scappeme ca venghene le bombe“. Forse era la stessa notte dell’Immacolata.Ricordo bene il tedesco che entro’ in casa alla fine dell’anno chiedendo a mamma il “matarazzo”. Mamma gli fece gli accenni che stava su gli ultimi mesi prima di partorire e il soldato se ne ando’ , forse a bussare ad altre porte del paese. (Nino, l’ultimo figlio di Orlando e Anna Medoro, venne alla luce a febbraio del 1944.)Ricordo gli panni stesi sulla ringhiera di casa della guardia del bosco, ucciso dai tedeschi mentre stava nel campo in divisa.Ricordo come gli tedeschi s’impatronarono della casa sotto la piazza, e il pagliaio a piede la valle. Da questo pagliaio ho una storia che dal triste porterà un sorriso.La mantra del pagliaio era grande per attaccare sei cavalli e li stavano queste belle bestie tedesche, ed io di 3/4 anni osservai. Al ritorno a casa subito racconto’ a mamma di aver visto questi enormi cavalli, con altissime gambe, ma uno dei cavalli ne aveva 5 ma meno corta delle altre gambe che non toccava per terra..Papa’ fu richiamato alle armi verso la fine dell’estate del 1943 e torno’ a casa in Agosto del 1944, dopo aver camminato 17 giorni dal sud Italia, 6 mesi dopo la nascita di Nino e una settimana prima della morte di suo padre (fratello di zio Silvestro).Papa’ emigro’ nel 1949, mio fratello maggiore ( Joe) nel 1950, mamma con me, Maria e Nino nel 1952, e nonna materna nel 1954.Oggi la Concetta – Natale diciasette.Buon Natale a tutti.