Fra Matteo Siro, da L’Aquila a Cagliari, nel servizio all’Ordine Cappuccino e alla Chiesa
di Fra' Piero Sirianni | 01 Febbraio 2023 @ 10:28 | CREDERE OGGI
L’Aquila. Fra Matteo Siro, il 3 luglio 2020, in occasione dell’erezione della Provincia Serafica “Immacolata Concezione” dei Frati Minori Cappuccini che comprende le antiche provincie d’Abruzzo, Lazio e Umbria, era stato nominato primo Ministro provinciale fr. Roberto Genuin, Ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini.
Fra Matteo, che in questi quattro anni, abbiamo avuto modo di conoscere anche come Chiesa di L’Aquila, anche nel periodo del covid-19, quando con la comunità dei Cappuccini di S. Chiara, si è reso prossimo nel sostegno alla popolazione con la loro presenza costante non solo a Santa Chiara e della Chiesa di S. Maria del Soccorso, ma anche in una vicinanza fraterna con i presbiteri della Vicaria Urbana di L’Aquila, ha terminato il suo mandato come Ministro provinciale.
Lunedì pomeriggio, 30 gennaio, mentre in Assisi (PG) si apriva ufficialmente il primo Capitolo ordinario elettivo della Provincia Serafica dell’Immacolata Concezione dei Frati Minori Cappuccini – la cui curia provinciale ha sede nel convento “santa Chiara” a L’Aquila – il governo generale, da Roma, rendeva noto il decreto con il quale il Ministro Generale dell’Ordine, fra Roberto Genuin, nominava Ministro Provinciale di Sardegna e Corsica fra Matteo Siro, l’attuale Provinciale dei Cappuccini del Centro Italia. Una notizia che ha colto tutti, specialmente i confratelli della Provincia, di sorpresa. Molti di essi confidavano in una rielezione di fra Matteo a Ministro Provinciale del Centro Italia: egli, muovendo i primi passi alla guida della “neonata” Provincia religiosa, si è guadagnato la fiducia e l’affetto dei frati; come anche del popolo aquilano e di tanti sacerdoti, i quali stimano fra Matteo come Ministro Provinciale e “buon sacerdote”.
Questa scelta del Generale ha lasciato alcuni frati perplessi: essi speravano di vedere confermato il cammino già tracciato, tanti progetti portati avanti verso una realizzazione, una nuova spinta in direzione di una salutare ed evangelica rivitalizzazione del carisma francescano e cappuccino. Tuttavia, la disponibilità di fra Matteo, nei confronti del governo centrale dell’Ordine, mette in luce anche una scelta dettata dall’alto valore dell’obbedienza: essa – è questo è un importante paradosso della vita cristiana e religiosa – rivela una più grande libertà interiore, quella disponibilità ad affidarsi all’altro/Altro. Siamo nella logica dell’amore! Nell’ottica della gratuità che fa testimoniare: «Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare» (Lc 17,10). Spesso, certi tipi di obbedienza, così come rispondere a certe vocazioni costa fatica e fede; ma apre le porte a un più maturo distacco dall’effimero, dal potere, dal prestigio vuoto di valore.