Fase 2: primi cantieri aperti oggi a L’Aquila, in settimana 150
di Redazione | 11 Maggio 2020 @ 17:55 | ATTUALITA'L’AQUILA – Dopo una settimana di polemiche sulla obbligarietà o meno dei tamponi alla maestranze hanno riaperto oggi i primi cantieri della ricostruzione post terremoto dell’Aquila: a tornare al lavoro sono stati gli addetti che si sono sottoposti ai test processati dall’Istituto zooprofilattico sperimentale per l’Abruzzo e il Molise a Teramo.
Secondo quanto si è appreso, il migliaio di test effettuati finora su iniziativa organizzativa dell’associazione nazionale costruttori edili (Ance) dell’Aquila, sono risultati negativi e quindi, dopo due mesi di stop, è ripartita la operazione che era stata rinviata tra le tensioni, lo scorso 4 maggio, in concomitanza con l’avvio della fase due. Stando alla stima fatta all’Ansa, dal presidente dei costruttori, Adolfo Cicchetti, nel corso della settimana saranno 150, degli oltre 500, le commesse a riprendere in quello che viene considerato il cantiere più grande d’Europa. Nel cratere del sisma lavorano circa 7mila persone.
“Sia pure con una settimana di ritardo siamo ripartiti, nel corso dei prossimo giorni si arriverà a 150 cantieri riaperti e poi man mano che arriveranno tamponi e test gradualmente si andrà a regime -spiega Cicchetti -. Sono stati giorni concitati ma alla fine è prevalso il senso di responsabilità da parte di tutti con la chiamata a raccolta dell’Ance che ha avuto un riscontro numerico importante rispetto alla richiesta di tamponi da parte delle imprese”.
Cicchetti non entra nel merito delle polemiche: “i tamponi per le maestranze per chi vive in questa città, e che fa edilizia in questa città in ricostruzione post-sismica, sono prima di tutto un obbligo morale. Non ci siamo addentrati in disquisizioni giurisprudenziali, sul loro essere facoltativi od obbligatori, quello che ci interessa è che le imprese del sistema Ance stiano rispondendo nella quasi totalità, siamo già ad oltre mille test effettuati, e altrettanti sono stati prenotati, in vista della riapertura”.
A far saltare la riapertura era stata in particolare la ordinanza del sindaco, Pierluigi Biondi, emanata il 2 maggio scorso, con cui si dispone l’obbligo per le maestranze a sottoporsi a tamponi e test per evitare che all’Aquila, uno dei territori meno colpiti d’Italia, potesse esserci un picco di contagi. Il provvedimento è stato contestato dal Consiglio comunale con un fronte bipartisan, ad eccezione di Fdi, il partito del sindaco, che avrebbero voluto norme più restrIttive, e di imprese ed associazioni di categoria, soprattutto forestiere, per le quali la disposizione va contro le indicazioni dei protocolli nazionali che prevedono test su base volontaria. Cicchetti sottolinea anche la necessità di ristoro attraverso un intervento nazionale per il riconoscimento dei maggiori costi per le imprese nei cantieri della ricostruzione post terremoto, per tamponi, sanificazione, dispositivi sicurezza e altre misure imposte dal coronavirus.