Leggiamo sul Corriere della Sera che negli Usa è ormai pratica comune, a livello privato e pubblico, obbligare i candidati ad aprire le porte dei profili personali, Twitter, Facebook e altri social network, per monitorare il comportamento del candidato e trovare eventuali punti deboli nel suo passato. Non è solo la rete e Facebook a diventare protagonista delle nostre vite future, non più solo private. Privati cittadini, candidati in cerca di lavoro, studenti. Ma anche politici.
I politici, si sa, si trovano in mille situazioni estemporanee e spesso diventano protagonisti, forse inconsapevoli, di campagne elettorali agguerrite e fortemente mediatiche. Non possiamo non pensare a Santorum, candidato alle primarie in Louisiana, che viene esortato dai fan durante il tiro al piattello sparando su alcune sagome di cartone: «Pensa a Barack Obama». Santorum aveva le cuffie e perciò non ha potuto ascoltare quelle parole, che però gli sono state riferite successivamente, mandandolo su tutte le furie e creando imbarazzo politico.
Su Facebook ha viaggiato l’attacco di “Parentopoli” al sindaco Alemanno: le esternazioni di Francesco Bianco, ex esponente dei Nar, assunto all’azienda dei trasporti romana come impiegato che si divertiva a insultare gli ebrei e gli studenti in corteo a Roma, ai quali, scriveva, avrebbe volentieri sparato «colpi di mortaio», hanno portato alla sua sospensione e poi discussa riassunzione, ma anche ad una bufera nell’entourage del sindaco di Roma.
Certamente anche in casa nostra non si scherza. E sempre in casa De Matteis: dalla goliardata di Giovanni Farello, portavoce del Movimento “L’Aquila città unita” (non candidato), passando per Roberto Tinari, fino ad arrivare alla new entry: Valerio Di Pasquale.
Di fresca nomina quale commissario provinciale della Destra di Luigi D’Eramo, Di Pasquale pubblica sulla sua bacheca di Facebook l’11 febbraio, in totale vilipendio al Presidente della Repubblica: «E Pertini piegato a pecora che gli baciava la bara durante i funerali…e questo maiale di Napolitano che non riesce a dire che gli assassini erano i comunisti come lui…ma quando sarà crepato l’ultimo infame partigiano?», oppure annuncia la morte di Oscar Luigi Scalfaro il 29 gennaio 2012: «Dopo Bocca e Scalfaro, questo 2012 promette bene 🙂 ricordiamo così il maiale di Novara…», con apprezzamenti ‘Mi Piace’ anche da parte di Piero Peretti, esponente di “Città nuove”, sempre in appoggio a Giorgio De Matteis.
Ma non sono finiti gli imbarazzi per Giorgio De Matteis se, come annunciato, arriverà il candidato di Casapound Italia per Prospettive 2022 di Luigi D’Eramo, Paolo Ardini, oggi anticipato da Abruzzoweb.
Probabilmente la politica non si scomoderà a dare spiegazioni ai cittadini, ma è indubbio che, fosse anche solo per opportunità politica, qualcuno dovrebbe considerare le perplessità politiche dell’elettore medio di un “minestrone” fatto di tanti ingredienti così antitetici e indigesti tra di loro.
Aspettiamo fiduciosi. Intanto, se è vero quanto asserito da Giuliano Ferrara, “giornalisti basta pezzi su quello che la gente scrive su Twitter. Non è una notizia e se voglio saperlo apro Twitter”» e questo potrebbe valere anche su Facebook, è anche vero che il metodo per evitare cose spiacevoli o imbarazzi politici, è abbastanza semplice: mai scrivere su Facebook qualcosa che non vorremmo vedere pubblicato sui giornali e che ci renda vulnerabili.
La gente guarda e legge quello che noi le mettiamo a disposizione, niente di più e niente di meno. (m.c.)