Facebook condannata per non aver rimosso post diffamatori
di Redazione | 05 Marzo 2023 @ 05:32 | LA LEGGE E LA DIFESA
Facebook è stata condannata dal Tribunale di Milano per non aver rimosso contenuti diffamatori pubblicati su una pagina del social network. Pertanto è stata condannata al risarcimento danni nei confronti di Snaitech per non avere tempestivamente cancellato una serie di contenuti diffamatori pubblicati nelle pagine «Truffa Snaitech» e «Snaitech Truffa». Nelle pagine venivano attribuiti a Snaitech numerosi reati, dalla truffa alla minaccia, dalla corruzione all’induzione a violare la legge, elemento evidentemente lesivo dell’onore e della reputazione, nel caso esaminato, certo non giustificato dall’esercizio del diritto di critica.
Quanto alla conoscenza da parte di Facebook della natura illecita delle pagine pubblicate, determinante è il fatto che Snaitech avesse, a due riprese, segnalato al social network i contenuti denigratori chiedendone la rimozione. Tanto basta al Tribunale per potere affermare che Facebook fosse a conoscenza della diffusione sulla propria piattaforma di contenuti giudicati diffamatori. L’autore del contenuto pubblicato sulla piattaforma Facebook aveva attribuito a Snaitech la responsabilità di reati sulla base di semplici convinzioni personali, «infatti, dai documenti versati in atti emerge che le sentenze a cui l’autore dei contenuti ha fatto verosimilmente riferimento non hanno accertato la commissione di alcun delitto da parte degli attori».
La decisione si basa sull’articolo 17 del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR), che prevede il diritto all’oblio, ovvero il diritto degli utenti di chiedere la cancellazione dei propri dati personali. In caso contrario deve essere sanzionata sul piano pecuniario.
Il Tribunale ha ritenuto che Facebook avesse la responsabilità di rimuovere i contenuti diffamatori una volta ricevuta la segnalazione da parte dell’utente interessato e che la piattaforma non avesse fornito una risposta adeguata in tempo utile.
La decisione del Tribunale di Milano è la prima in Italia a condannare Facebook per violazione del GDPR nel contesto della diffamazione online.