Evoluzione di una crisi. E adesso cosa succede?
di Redazione | 20 Luglio 2022 @ 20:32 | POLITICA
ROMA – Evoluzione di una crisi. Prosegue la crisi di Governo a seguito del voto in Senato che si è espresso sulla risoluzione di Casini. Presenti 192 senatori, votanti 133, voti a favore 95, contrari 38, astenuti nessuno. Al termine delle operazioni di voto la presidente Casellati ha sospeso la seduta e ha convocato la capigruppo.
Prima che la seduta potesse concludersi e preso atto che Lega, Forza Italia e Movimento 5 Stelle non hanno votato il premier Draghi è uscito dall’Aula.
Alle 20.30 si apprende che Draghi non si recherà in serata al Quirinale. A sorpresa, Draghi decide di non recarsi al Quirinale per le dimissioni. Politicamente la maggioranza non esiste più, ma nei numeri il Senato non lo ha sfiduciato, per cui il premier ha deciso di prendersi una notte di riflessione. Deve decidere se andare o no giovedì mattina alla Camera per il voto di fiducia.
“Mi pare si possa andare a votare tra due mesi. Noi siamo pronti, mi pare che anche il centrodestra oggi sia pronto”. Lo ha detto Giorgia Meloni, FdI, nel suo intervento alla manifestazione “Piazza Italia”. “Dopo un anno si è visto chi capisce le dinamiche della nostra democrazia. Questo Parlamento,a guida 5 stelle,finchè non lo cambi non risolve i problemi. Ci sono stati tre governi, tre maggioranze diverse: ce n’è uno che ha funzionato? No. La storia ci ha dato ragione”.
Enrico Letta afferma: “In questo giorno di follia il Parlamento decide di mettersi contro l’Italia. Noi abbiamo messo tutto l’impegno possibile per evitarlo e sostenere il Governo Draghi. Gli italiani dimostreranno nelle urne di essere più saggi dei loro rappresentanti”.
Giuseppe Conte: “E’ questione di priorità di agenda di Governo. Purtroppo su alcune misure c’è stato un atteggiamento sprezzante, questo ci dispiace molto e francamente anche da parte delle forze di cdx c’è stato un atteggiamento incomprensibile e deliberata volontà di cacciarci fuori dalla maggioranza. Oggi credo che tutti i cittadini hanno capito le origini del disagio che ci ha portato a questa scelta. Bisognava avere idee chiare ed indicazioni precise, non abbiamo avuto nulla di tutto questo, solo atteggiamento sprezzante”.
Matteo Salvini aprendo la riunione con i parlamentari della Lega alla Camera: “Draghi e l’Italia sono state vittime, da giorni, della follia dei 5 Stelle e dei giochini di potere del Pd”. “L’intero centrodestra era disponibile a proseguire senza i grillini, con Draghi a Palazzo Chigi e con un governo nuovo e più forte. Il Pd ha fatto saltare tutto” ha spiegato Salviini. Che ha aggiunto: “Speriamo che questo sia l’ultimo Parlamento dove centinaia di persone cambiano casacca e poltrona”.
Inoltre, Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Palazzo del Quirinale il Presidente del Consiglio dei ministri, Prof Mario Draghi, il quale dopo aver riferito in merito alla discussione e al voto di ieri presso il Senato, ha reiterato le dimissioni sue e del Governo da lui presieduto. È quanto scritto nel comunicato letto dal Segretario generale della presidenza della Repubblica Ugo Zampetti.
Cosa succede in caso di dimissioni irrevocabili?
Come già intuibile dal comportamento dei partiti in aula, potremmo essere al via di una stagione elettorale. I tempi di indizione delle elezioni, di insediamento delle nuove Camere e quindi della nascita di un nuovo governo sono piuttosto lunghi ed anche rigidi, perché scanditi dalla Costituzione, articolo 61.
Le elezioni delle nuove Camere hanno luogo entro settanta giorni dalla fine delle precedenti. La prima riunione ha luogo non oltre il ventesimo giorno dalle elezioni [cfr. art. 87 c. 3].
Finché non siano riunite le nuove Camere sono prorogati i poteri delle precedenti.
Questo è il motivo per il quale qualora dovessimo arrivare ad una fine anticipata della legislatura il nuovo esecutivo si insedierebbe in autunno inoltrato, tra fine ottobre e primi novembre nella migliore delle ipotesi, cioè in piena sessione di bilancio. Una circostanza che vede tra i problemi principali la presentazione della Legge di Bilancio da fare entro il 15 ottobre.
Tra le ipotesi c’è la possibilità che lo scioglimento delle Camere possa aver luogo oltre questa settimana così da votare domenica due ottobre.
Scelta la data delle elezioni
E’ il 18 settembre la data sulla quale si sta ragionando in queste ore per il ritorno alle urne.
Una data che da alcuni viene data ormai per certa e che dovrebbe essere ufficializzata già nelle prossime ore, dopo gli incontri del Capo dello Stato Sergio Mattarella con i presidenti delle Camere.