«Noi cooperiamo con tutti gli organismi di stampa nazionali e internazionali», ma «quando pensiamo, dopo lunga riflessione, che un servizio, specie un servizio importante, rappresenta la nostra azienda in modo errato, noi riteniamo di dover tutelare la nostra immagine». Lo afferma l’a.d. di Eni, Paolo Scaroni, parlando della causa contro la trasmissione di Raitre “Report”. Per Scaroni, «non c’entra niente la libertà di stampa, la causa è fatta alla Rai, che pur essendo povera, potrà far fronte a eventuali indennizzi che la magistratura vorrà riconoscerci».
Eni ha chiesto 25 milioni di risarcimento a seguito di una puntata della trasmissione tv condotta da Milena Gabanelli.
«Noi, Eni, tangenti non ne paghiamo, intermediazioni non ne facciamo, proprio per liberarci anche dall’ipotetico rischio di tangenti». Così Scaroni incalzato dagli azionisti che hanno replicato alle sue risposte sulla vicenda Saipem e le presunte tangenti in Algeria. «Se dovessimo avere intermediari – ha chiarito Scaroni – faremo due diligence accurate su intermediari per evitare che il denaro finisca in tasche sbagliate; le intermediazioni non ne facciamo proprio per evitare il problema». Scaroni ha ribadito, come fatto in passato, «si può tranquillamente fare il nostro mestiere, e anche quello di Saipem, ed essere immuni da pratiche scorrette». Peraltro, ha aggiunto Scaroni, «se le facessimo non potremmo essere partner delle grandi compagnie internazionali».