Email, sms e telefonate: le truffe che colpiscono gli anziani e i fragili
di Marianna Gianforte | 18 Marzo 2022 @ 06:00 | CRONACA
L’AQUILA – Una telefonata con voce suadente, fingendosi nipoti in difficoltà con un pagamento. Una mail preoccupante firmata dal capo della Polizia di Stato con tanto di convocazione in tribunale per reati di “pedopornografia”. Un approccio su messenger da un avvenente vedovo. La richiesta di atti di autoerotismo davanti alla webcam. Oppure, vendita online di prodotti di marca a prezzi stracciati. E, ultimi arrivati, l’accesso abusivo in un sistema informatico e molestie sfruttando la Dad (la didattica a distanza) e le sue piattaforme, il cui utilizzo si è diffuso nei primi tempi della pandemia e delle chiusure scolastiche senza sistemi di sicurezza. Insomma, di qualunque tipoligia siano, da quando il mondo è mondo, i truffatori cavalcano la credulità e la suggestione delle persone con lo stesso leitmotiv: lo specchietto per le allodole. A cui, prima o poi, qualcuno abbocca.
E’ così anche per i più moderni reati, che corrono lungo i fili del telefono o viaggiano attraversi i bite dei nostri pc, insinuandosi nei profili social e irretendo prevalentemente le persone più fragili e meno preparate da un punto di vista culturale. Come spiega il responsabile della polizia postale per L’Aquila e provincia, il sostituto commissario coordinatore della polizia di Stato, David Palmieri, alla base di ogni truffa c’è sempre una preparazione, un’indagine approfondita da parte dei malviventi, che nulla lasciano al caso:
“Sono, infatti, delle vere e proprie organizzazioni, che puntano sulla massa, per raggiungere un grande numero di persone, in modo da avere un feedback positivo da una percentuale in grado di fruttare il guadagno e auto alimentarsi”.
La polizia mette in guardia: i fenomeni di phishing, smishing e vishing, o di sex extortion o di spoofing e altro ancora, si tratta di tecniche utilizzate per carpire illecitamente dati personali e bancari o per avanzare ricatti in denaro. Ma difendersi si può, non soltanto denunciando e segnalando irregolarità, stranezze e messaggi sospetti alla polizia postale, che monitora costantemente il web per contrastare le condotte penalmente rilevanti, ma anche (e forse soprattutto) imparando a riconoscere le truffe informandosi, ad esempio attraverso le campagne d’informazione e di educazione messe in campo dalla polizia di Stato. E anche adottando qualche grammo di scaltrezza in più, che non guasta mai.
Tra le truffe più diffuse c’è la ‘romance scam’, la truffa romantica, odiosa, come la ‘telefonata del nipote’, che prende di mira gli anziani, perché va a irretire persone fragili e spaesate da un punto di vista sentimentale. Nel 2021 questo tipo di truffa è cresciuta del 118 % rispetto al 2020: sarà un caso se ciò ha riguardato in pieno il periodo delle chiusure da Covid-19. Il raggiro romantico è una vera e propria manipolazione delle persone che colpisce la sfera dei sentimenti, lasciando un danno economico enorme. L’approccio è sempre online, sui social, dove le vittime vengono studiate, analizzate, ‘seguite’ con un vero e proprio metodo che gli esperti chiamano di ‘social engineering’ (lo studio certosino dei comportamenti online delle persone, da cui i truffatori evincono gli interessi, la condizione, i gusti, le attitudini). Dopo aver conquistato la fiducia della loro preda, incominciano a chiedere denaro e possono arrivare a raggiungere le centinaia di migliaia di euro.
C’è poi la nuova tipologia di phishing, che sfrutta la comunicazione del ministero della Salute per l’invio al cittadino del link al download del greenpass.
E, ancora, la campagna di phishing attraverso false email della polizia, firmate dal direttore generale della polizia di Stato o dal direttore della polizia postale, dell’Europol e di altri rappresentanti delle forze dell’ordine. Tali falsi messaggi, scritti in diverse lingue, utilizzano anche il logo di Europol o della polizia dio Stato (come si vede dalla foto sotto), e prospettano alla vittima una inesistente indagine penale nei suoi confronti. Lo scopo è causare agitazione e indurre il destinatario a ricontattare i truffatori esponendosi in a richieste di denaro. La polizia mette in guardia: mai nessuna forza di polizia contatterebbe direttamente i cittadini attraverso email o messaggi dietro minaccia di procedimenti o sanzioni penali.
E la sempre verde truffa della ‘telefonata’ del nipote: “Il consiglio – spiega il commissario Palmieri – è di non dire mai di essere soli in casa”.