Un uomo nuovo, il Giorgio De Matteis che oggi ha affrontato la sua platea al Ridotto del Teatro Comunale, stracolmo di simpatizzanti e gente comune. Un’entrata scenica, all’americana, battendosi il pugno al petto e alzandolo in segno di vittoria, che ha lasciato stupiti tutti coloro che lo conoscono serioso, compassato e mai aggressivo nei toni e nei modi.
In piedi, microfono in mano, sedia ‘scenica’ sul palco, ha camminato in lungo e largo brandendo i fogli tra le mani e, appena entrato, ha urlato «è possibile riprenderci questa città», strappando un’ovazione tra i presenti, tutti in piedi ad applaudirlo. «E’ vero siamo un minestrone fatto di verdure buone – ha esordito richiamando le accuse del “sindaco uscente”, così lo chiama (Cialente, ndr), – ma meglio un minestrone che una minestra riscaldata come la sua». Parte da qui la campagna elettorale del progetto “L’Aquila città aperta”, che vede tante liste eterogenee a sostegno della sua candidatura a Sindaco, in vista delle elezioni di maggio. «Avremmo avuto più soldi per il centro storico, per le sue attività commerciali, per le sue seconde case da ricostruire. Ma doveva essere presentato al governo il piano di ricostruzione. Cialente lo ha fatto soltanto dopo due anni e mezzo. Ora il problema è recuperarli quei soldi».
«Cuore, metodo, azione – lo slogan di L’Aquila Città Aperta – il nostro futuro è possibile, basta volerlo. La rinascita dell’Aquila passa attraverso un’ampia aggregazione di forze. Il mio tentativo è questo». E ancora: «Mi hanno definito il candidato dei poteri forti il candidato? Sì, dei servizi segreti di Paperopoli. Mi viene da ridere, perché la mia forza vera sono i cittadini, sono gli aquilani, siete voi in questa sala. Le sale si possono sempre riempire, dipende da chi ci metti dentro. Io oggi ci ho messo L’Aquila».