Un libro in formato elettronico che parla del rapporto tra la Rete e il terremoto del 6 aprile 2009. Intervista a Massimo Giuliani: ci racconta di come la Rete ha salvato L’Aquila.
Massimo Giuliani è uno psicologo aquilano che vive “al Nord”.
In questi tre anni ha seguito con passione e dedizione la questione terremoto, finché ha avuto un’idea: aggregare tutti i contenuti web sul tema, facendone un ebook fruibile da tutti.
Un libro su L’Aquila. L’idea è di fare un lavoro che dimostrasse che internet non è la causa della disgregazione delle relazioni e della vicinanza, ma anzi se utilizzato bene può aiutare una comunità a non scomparire (foto: Valeria Gentile).
“Dall’aprile 2009 mi sono interessato al modo in cui Internet raccontava il terremoto, in maniera completamente diversa da altri media: connetteva le persone disperse come nessun altro medium avrebbe potuto fare. La storia dell’Aquila mi pareva la chiave migliore per capire la Rete. Spesso dico che Internet è stato indispensabile per capire il terremoto dell’Aquila. Viceversa se non si conosce la storia del terremoto dell’Aquila non si capisce Internet”.
“Quello dell’Aquila è stato il primo terremoto di Internet e anche (non tutti lo hanno capito) il primo terremoto che ha visto evacuare un’intera città. Non era mai successo che si allontanasse la gente dalla propria terra e si sparpagliasse su un territorio così esteso. Quando il terremoto e gli interventi successivi alla tragedia hanno minacciato gravemente le relazioni, la coesione delle comunità, la possibilità di coordinare pensieri e decisioni, la rete ha invece dato un contributo per tenere unite e connesse le persone”.
“Nel luglio 2009, insieme agli amici del blog collettivo Ibridamenti.com avevo pubblicato “Di status in status. il terremoto versione Facebook“. Una narrazione collettiva e “alternativa” del terremoto, ricavata dall’aggregazione degli status di Facebook a partire da tre mesi prima del 6 aprile, dove si vede che il terremoto non era cominciato quella notte, ma anzi i cittadini aquilani ci convivevano da parecchio”.
“C’è la storia di quella notte, digitata sui palmari e sui cellulari in mezzo alla città che cadeva. E grazie al social network si rintracciavano, si scambiavano informazioni. Quel lavoro è stato il punto di partenza per l’ebook “Il primo terremoto di Internet“.
“Poi ho intervistato alcuni dei protagonisti della narrazione on line del terremoto: Anna Pacifica Colasacco col suo blog “Misskappa“; Adriano Di Barba, ingegnere che lavorò in Friuli e che ha aperto “Versolaquila“, un blog personale dove informa del terremoto e seleziona quotidianamente fonti di informazione; Animammersa, il gruppo di teatro e musica tradizionale che ha portato in giro per più di due anni “Lettere dall’Aquila“, uno spettacolo fatto di musica e storie prese dalla rete; Luisa Nardecchia, un’aquilana che non ha un blog ma di cui la rete ha condiviso i racconti che scriveva nei mesi in cui era sfollata e sconnessa; Mauro Montorsi e Francesco Paolucci, gli autori di Diceche.com, un sito dove si ride di brutto del terremoto e delle nevrosi della provincia”.
“Il quadro che esce mettendo una vicino all’altra tutte queste voci è non solo una realtà narrativa di una tragedia vissuta attraverso gli occhi dei protagonisti, ma anche un contributo a un’informazione più decente di quella che ci hanno messo a disposizione la maggior parte dei giornali e delle tv”. (hightech.blogosfere.it)