Disagio giovanile, movida, controlli. Oggi a L’Aquila il consiglio: le proposte di maggioranza e opposizione
di Alessio Ludovici | 23 Gennaio 2023 @ 06:00 | POLITICA
L’AQUILA – Un percorso anche accidentato, non sono mancate le tensioni tra la politica e in città, ma oggi quel percorso iniziato a fine settembre in terza commissione sul tema movida e giovani sbarca (di nuovo) in consiglio comunale. Di nuovo, un tentativo c’era già stato a novembre ma, al stesura del documento condiviso, si è consumata la rottura tra maggioranza e opposizione.
La discussione politica
E dire che il percorso, invece, era iniziato sotto i migliori auspici politici. Partito su richiesta del Passo Possibile ma con la decisa disponibilità del presidente della terza, Fabio Frullo, ad ascoltare la città e il territorio. L’idea iniziale delle forze politiche cittadine era quella di stilare un documento condiviso per migliorare le cose che non vanno o che potrebbero andare meglio, in particolare per migliorare la qualità di vita dei giovani, la vivibilità del centro e mettere un freno a una questione giovanile che spesso finisce sulle pagine della cronaca. A ottobre, sempre in terza commissione, c’era stato un interessante ciclo di audizioni delle parti sociali. Poi la rottura: sbilanciato e fazioso il documento dell’opposizione secondo la maggioranza, troppo timida l’amministrazione secondo l’opposizione.
I documenti di maggioranza e opposizione
Non se ne è parlato più, fino a questi giorni quando Roberto Santangelo ha convocato, per stamattina alle 10, una seduta straordinaria sul tema Disagio giovanile e movida. L’opposizione porta un suo documento, con l’auspicio di condividerlo con tutti. La maggioranza ne porta uno suo.
Quello delle opposizioni impegna il Comune ad aumentare i luoghi di aggregazione per i giovani, a mettere in campo con la Asl e il mondo del sociale strutture e strumenti di ascolto, a potenziare i servizi di consulenza psicologica. Ci sono anche proposte per sbloccare i fondi del Piano famiglia o di utilizzare alcune linee del Pnrr sulla questione giovanile. Poi ci sono le proposte sulla vivibilità cittadina, forse quelle più spinose politicamente. L’opposizioni chiede più controlli, più telecamere e videosorveglianza ma anche l’adozione dei patti di cittadinanza. Soprattutto chiede di rinunciare alle deroghe per eventi e concerti, una proposta anche di alcuni comitati del centro storico e sposata dalle minoranze.
Proprio il rapporto con i comitati e alcune loro richieste, come alcune loro denunce, sono state un forte elemento di tensione nella discussione sulla questione movida, giovani e centro storico. E’ probabilmente lì che si sono divaricate la strade. La maggioranza ha ritenuto irricevibili analisi, che secondo loro facevano intendere che l’amministrazione non facesse nulla in merito e per la vivibilità del centro storico, e toni così come ha ritenuto fuori luogo anche qualche proposta, come lo stop alle deroghe per gli eventi.
Le analisi e il racconto del mondo sociale
Vedremo come andrà a finire. Noi, per completezza di cronaca, ci limitiamo a sottolineare le questioni emerse durante quelle audizioni, quando vennero ascoltati i protagonisti del mondo sociale: Asl, psicologi, educatori e così via. Alessandro Rossi, del dipartimento di salute mentale della Asl, raccontava dall’incremento del 27% di richieste di assistenza e del 37% di visite psichiatriche eseguite ad esempio, dati confermati anche nella relazione del piano sociale d’ambito approvato da poco in consiglio. C’era il monito di Enrico Perilli, presidente dell’Ordine degli psicologi abruzzesi, che invitava a una riflessione sulla complessità del tema, uscendo dalle canoniche seppur legittime dinamiche tra maggioranza e opposizione: “Un tema enorme, che non riguarda solo L’Aquila ma tutte le società occidentali. I meccanismi sociali di un tempo si sono sfilacciati e ai ragazzi viene chiesto di essere performanti, le pressioni che ricevono i minori sono fortissime mentre la capacità di risposta è scarsa perché non hanno luoghi e strumenti dove crescere”.
C’era Domenico Capanna che raccontava dell’esperienza Punto Luce dell’Aquila e, controintuitivamente, chiedeva, per risolvere le criticità del centro, di prestare più attenzione alle periferie: “è qui che nascono certe dinamiche che poi si manifestano in centro storico”. Furono ascoltate le comunità per minori e i rappresentanti della sicurezza.
Un patrimonio di dati, analisi e idee che rischia di passare in secondo piano nello scontro politico.